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Il campo rom “tollerato”: usura e smaltimento rifiuti tossici nella riserva naturale di Roma

Campo rom Roma
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Il campo rom della Capitale si trova nel cuore della riserva naturale, si è creata una vera e propria discarica piena di rifiuti tossici a cielo aperto. L’area è sommersa di mobili, materiale elettrico e resti di roghi tossici appiccati nel cuore della notte.

A raccontare la storia sono Marco Occhipinti e Filippo Roma della Iene. La zona in questione si trova a due passi dai Parioli, sulle rive del fiume Tevere, dentro la riserva naturale della Valle dell’Aniene.  

“Ci sono gli estremi per parlare di disastro ambientale e di attentato alla salute pubblica”.

A parlare così è una residente del luogo spaventata dalla situazione. “Lo definirei un inferno e ho sopportato per anni degli odori insostenibili che prendono proprio allo stomaco, mi sono messa a girare con la macchina cercando di capire da dove provenisse quell’odore e ho intravisto in lontananza questa discarica immensa. È una discarica totalmente abusiva vicino un campo rom che viene definito tollerato, al di là della salute pubblica, del disastro ambientale. Lì ho visto bambini, donne, uomini, vivere in condizioni disumane. Parlo di inquinamento dell’aria delle acque, questa cosa è risaputa da anni e nessuno interviene. C’è una distesa infinita di elettrodomestici, bagni frigoriferi, eternit, di tutto, è enorme. I roghi partono da lì sotto il ponte della ferrovia che è annerito dai roghi tossici, ci sono le tracce cioè è molto evidente. Spesso vedo comunque portar via con i carrelli e rovistare nei cassonetti no? Quando vedo queste scene continue tutti i giorni dico ‘quello stasera me lo respiro’”.

I veleni sconosciuti

Il Comitato di quartiere, Conca d’Oro, conferma: “Non si sa che veleni escono fuori da quell’area, fanno tutte le sere fuochi tutte le notti c’è la nebbia, d’estate, d’inverno, a primavera. Questo è solo fumo, causato da questi fuochi che nascono da quest’area”.

Del ponte della ferrovia che passa sopra il Tevere e che segna il confine della riserva naturale, si nota bene la parte inferiore annerita dal fumo dei roghi tossici. 

I video dei residenti

I residenti hanno girato molti video da cui si vedono chiaramente assi di legno e materassi buttati tra gli alberi. Spunta persino la carcassa di una macchina bruciata con due sedili. E la distesa di rifiuti continua a perdita d’occhio.

La famiglia rom che gestisce “l’affare”

La troupe, arrivata nel campo rom, viene subito minacciata. Qualcuno dice di non sapere nulla. Una donna, però, riferisce come stanno le cose. “Devi fare controllo perché c’è gente che viene però c’è accordo da altri di qua” esordisce la rom. La donna rom racconta anche di quelli che a suo avviso sarebbero i “gestori” di questa discarica abusiva. 

“Quella famiglia lì …quelli che sono capi che controllano campo, che prende soldi per le baracche, che minaccia la gente se non gli paga la luce, gli deve pagare l’affitto, per queste cose…”. La donna sostiene di essere stata anche lei minacciata da queste persone. “Sì, è venuto mio fratello qua e gli hanno detto che non deve venire perché è il loro campo, lo hanno menato, l’hanno mandato via di qua e poi il giorno dopo sono venuti a mandarmi pure a me. Sono entrate le donne e hanno detto che devo andare via di qua perché mio marito ha avuto con loro qualche debito mi sa, è andato via per colpa loro”.

Secondo la donna ci sarebbe un’intera famiglia di rom che gestirebbe non solo l’affare della discarica abusiva ma anche una sorta di pizzo all’interno del campo. “Questa famiglia gestisce tutto e prendono soldi per i rifiuti, dice che guadagnano pure mille euro al giorno, prendono 200 per una macchina piena di calcinacci…”.

Usura

La donna riferisce di non aver mai voluto pagare per stare lì: “Per questo sono stata minacciata, perché io non voglio prendere la luce da loro, perché ho un mio generatore. Loro vogliono che io la prenda da loro e se non la prendo succede un casino. Loro controllano tutto il campo, loro minacciano tanta gente, sono quelli che ti danno 200 euro e dopo un po’ ti chiedono 400”. “Io non voglio pagare, per questo sono venuti qua a minacciarmi. Per una baracca, a fine mese devi dare loro 100 euro, ma siamo tanti, sono 4mila, 5 mila, tutti quanti”.

Il business dei rifiuti pericolosi

La donna spiega a Filippo Roma come viene gestito il business dei rifiuti. “Hanno 3 numeri di telefono, lui, sua cognata e  la moglie. Se c’è qualcosa da buttare devi chiamare, e poi quando loro vengono vedono di cosa si tratta e si mettono d’accordo. Tutto quello che entra qua lo devono controllare loro, solo loro devono avere macchine qua, perché la gente deve dipendere da loro”. La donna dice di avere un debito con questa gente e di non avere i soldi per saldarlo. “Ma non ho paura, solo di Dio ce l’ho, qui  siamo in italia e devono comandare gli italiani, non noi rumeni”. La donna racconta che il marito avrebbe avuto in passato un debito di 2mila euro che sarebbero diventati, con il tempo, 9 mila 300… “Io gli ho dato 2mila e loro sono venuti da me dicendo devi lavorare, devi fare…”.

“Metti giù la camera”

Mentre la donna parla con gli inviati, arriva un componente della famiglia che gestirebbe il business. “Metti giù la camera. Questo non è un parco naturale, questo è un campo e non è abusivo, metti giù quella ca__o di camera!”. Alla domanda sui fumi neri l’uomo risponde: “Non lo so perché vengono da giù, non bruciamo noi, e poi dovete uscire adesso”. E come smaltiscono i rifiuti abusivi? “So’ affari nostri e andatevene a casa vostra. Metti giù quella cazzo di telecamera. Non filmate più, ho detto che non filmi più ca__o”. L’uomo nega di chiedere soldi agli altri occupanti del campo. “Qui la luce ce la paghiamo tutti ogni giorno, facciamo a turni per la luce. Non c’è nessun capo, la signora dice un mucchio di cazzate. Non c’è nessuno capo qua, tutti stanno ognuno nella sua baracca. Noi non bruciamo il ferro, noi mettiamo solo fuoco per riscaldare l’acqua per la doccia”.

Le minacce

Nel frattempo arriva un uomo che grida di andare via e il giovane lo incita a farci del male: “Ammazzali ammazzali, andate fuori!” L’uomo brandisce una vanga.  

Il muro di gomma dei vigili urbani

“Sono stata a viale Parioli al comando dei vigili urbani – riferisce la donna a Roma – dove non mi vergogno a dirlo mi sono anche messa a piangere perché ero esasperata e chi avevo davanti a me era semplicemente un muro di gomma. Mi è stato risposto ‘è inutile che faccia anche lei una segnalazione, siamo saturi di segnalazioni ma non possiamo intervenire’. In via Castellini c’è il comando generale dei carabinieri, visto che c’era questo cattivo odore e ho chiesto all’ufficiale di uscire con me per sentire anche lui l’odore, mi è stato detto ‘guardi sono appena uscito a fumarmi una sigaretta non ho sentito nulla’ ogni volta finiva così…”.

Roma Natura non risponde

A dover controllare le aree naturali protette dovrebbe essere l’ente regionale Roma Natura, che, però, pare di non essersi accorta di nulla. E, tra l’altro, non risponderebbero nemmeno alle segnalazioni dei cittadini su questo caso. Segnalazioni che, secondo l’addetto, sarebbe “sfuggita”.

Il Comune non si è accorto di nulla?

Proprio in questi giorni la sindaca Virginia Raggi ha lanciato una campagna invitando tutti i cittadini a segnalare gli “zozzoni”, i criminali ambientali che abbandonano rifiuti speciali per le strade della Capitale. “Lei sapeva che nel cuore di Roma, alle pendici dei Parioli, dentro il parco naturale dell’Aniene c’è una discarica totalmente abusiva gestita da una famiglia di rom a capo di un campo nomadi, una cosa folle…” chiede Filippo Roma alla Raggi. “Andremo a verificare, grazie per la segnalazione”, risponde la sindaca. “Io so di tante discariche che andiamo costantemente a bonificare, quindi se mi fa vedere le foto può anche essere una di quelle sulle quali stiamo lavorando. Sicuramente se non siamo già intervenuti interverremo a breve… Se ci mandi le immagini interveniamo a breve”.

Il Comune non paga più i mezzi dell’Ama per il pronto intervento

Sembrerebbe, però, che da settembre del 2019 il Comune abbia smesso di pagare i 4 mezzi dell’Ama, che erano a disposizione del gruppo della polizia locale dei Pics, il Pronto intervento per la rimozione dei rifiuti speciali o degli insediamenti abusivi. E senza questi 4 camioncini sembra impossibile portare a termine qualsiasi opera di bonifica. Proprio per questo motivo a settembre il consiglio comunale ha approvato una mozione di Fratelli d’Italia che impegnava il sindaco e la giunta a ripristinare il servizio ma al momento non ci risulta che abbiano provveduto.

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