La biblioteca provinciale di Pescara resa inagibile da dieci mesi e chiusa al pubblico. Andrea D’Emilio, rischiando una diffida, ci spiega perché la biblioteca poteva rimanere aperta e quali sono gli intrecci politici ed economici che ne prevederebbero la riapertura a Febbraio 2013.
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«Tu dirigente Nicoletta Bucco che percepisci 7mila euro lordi al mese non puoi chiudere la biblioteca così, devi averli a cuore i libri», questo è il tono usato da Andrea D’Emilio nel suo reportage all’interno della biblioteca provinciale di Pescara per denunciarne a gran voce l’inagibilità. «Il presidente della Provincia doveva stanziare subito i finanziamenti per la biblioteca visto che ha un avanzo di bilancio di 6 milioni di euro» continua D’Emilio. Non solo, secondo D’Emilio, la biblioteca poteva rimanere aperta ma, gli eventuali lavori, potevano essere fatti i fine settimana senza interrompere un servizio «Tutti sono chiamati a scendere nei depositi della biblioteca per protestare contro questo scempio» aggiunge D’Emilio «180mila volumi bloccati in una biblioteca chiusa». Nella sua passeggiata D’Emilio accusa anche il direttore Fimiani che: «in tutti questi mesi ha solo parlato. Cosa hai fatto? Dovevi solo agire, scendere in biblioteca». Poi Andrea D’Emilio si sposta con la sua telecamera e l’elmetto corredato di lampada verso il reparto filosofia:«ora arriverà la polizia provinciale a fare la solita farsa trattandoti come il delinquente ma dovrete chiudermi in una cella per impedirmi di essere libero». Come dire, non finisce qui.
di Assalto allo Stato