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I voti di diciotto milioni di italiani non contano nulla

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Si stracciano tutti le vesti quando si parla di bassa affluenza alle urne. Poi, tanto per dirne una, all’indomani delle votazioni piangono, si asciugano le lacrime e ridono. Vanno a cena. Festeggiano. Alzano calici al cielo in onore dell’ennesimo omicidio ai danni della democrazia. Il governo è cosa loro, lo gestiscono per conto terzi.

 

Si stracciano tutti le vesti quando si parla di bassa affluenza alle urne. Poi, tanto per dirne una, all’indomani delle votazioni piangono, si asciugano le lacrime e ridono. Vanno a cena. Festeggiano. Alzano calici al cielo in onore dell’ennesimo omicidio ai danni della democrazia. Il governo è cosa loro, lo gestiscono per conto terzi. I terzi sono le banche, le lobby del gioco, i manager del farmaco e della salute. 

I governanti per conto terzi, tipo i Letta zio e nipote, eseguono e ordinano. In genere eseguono per conto di paludi economiche non meglio identificate e ordinano al popolo di ministri e sottosegretari nominati da Napolitano. Ordinano come ammazzare la democrazia e come far finire i cittadini sotto un ponte. Tant’è che appena un barlume di sana democrazia fa capolino nel deserto politico italiano c’è qualcuno che spara a vista. Qualcuno direbbe che tutta questa storia sia iniziata nel 1994 con la discesa in campo di Berlusconi. Può essere. Prima ne era certo solo lui. Appena dopo la discesa in campo di Antonio Di Pietro qualcuno si è cominciato a porre qualche domanda. Il cerchio degli scettici sulle colpe berlusconiane si è cominciato ad allargare. Sono seguite altre migrazioni di giudici verso la politica. Quella rigorosamente di sinistra. Sono seguite dichiarazioni giornaliere di magistrati su questo o quel punto all’ordine del giorno dei fatti politici. Strano. Molto strano. Ben trentadue procedimenti penali a carico di un uomo solo, molti dei quali, anche grazie alle leggi votate dal suo stesso governo, sono state prescritte o depenalizzate. Leggi fatte per legittima difesa oppure leggi fatte per coprire il passato ‘criminale’? 

Nel 2014 sembra di rivivere la tessa scena di un film già visto e rivisto. I tribunali, ancora una volta, si scagliano contro un altro uomo, politico che, probabilmente, potrebbe diventare primo partito in Italia: Beppe Grillo. Lui, insieme a Gianroberto Casaleggio, l’esponente del Movimento Cinque Stelle che, alle ultime elezioni politiche, ha riportato quasi 9 milioni di voti: 8.797.902 pari al 25,09%. Un quarto degli italiani lo hanno votato e non è poco. Ora il Movimento procede verso l’alto, acquista consenso perché appare duro e puro. Sa quello che vuole Grillo. Hanno persino chiesto Impeachment Napolitano ma, guarda caso, è stato respinto grazie a Pd e Lega. Quel Pd che ha sistemato il re al Quirinale e quella Lega che da anni urla contro Roma ladrona ma che da un ventennio si sfama, compra diplomi e mutande verdi grazie alla città eterna. 

Grillo è uomo scomodo e bisogna fermarlo. E allora che si fa? Si chiede aiuto alle Procure. Ben 10 Giovani Democratici del Pd presentarono ai magistrati di Teramo una denuncia riportante data del 16 dicembre 2013. “L’istigazione a militari a disobbedire alle leggi o a violare il giuramento dato o i doveri della disciplina militare o altri doveri inerenti al proprio stato” fu l’ipotesi di reato in base ad una lettera aperta alle forze dell’ordinepostata da Grillo sul suo blog il 10 dicembre 2013. Nel frattempo i giudici teramani hanno trasmesso, per competenza, gli atti alla procura di Genova che assicura:”Su Beppe Grillo, per la lettera aperta ai capi delle forze di polizia, sono arrivati numerosi atti da diverse procure dove risulta già indagato”. E il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce, al Secolo XIX aggiunge:”Stiamo valutando tutti i singoli fascicoli arrivati anche da più procure che possono riguardare anche il blog e le mail, oltre alla lettera aperta”. Per i rampolli di casa Pd Grillo sarebbe un fascista. E come tutti i fascisti va condannato. E le procure di cosa si occupano? Del fatto che Grillo abbia violato i sigilli della baita in Clarea nel 2010. Stessa sorte per Alberto Perino (NoTav). Ma non erano i sigilli già portati via dal vento? Vuoi vedere che procure e giovani piddini non lo sapevano? “Non si può certo dire che la coppia di magistrati Padalino & Rinaudo sia pigra o senza iniziativa. Se la magistratura nel suo complesso fosse così solerte, attiva e operativa come il nostro duo, certamente in Italia avremmo meno delinquenti in giro. Sopra tutto in Parlamento” scrive Davide Amerio sulle pagine del ‘Tgvallesusa.it’. E aggiunge:”Per ora dobbiamo accontentarci che tanta solerzia ed energia operino limitatamente nella Procura di Torino con specifico indirizzo verso la Val Susa e la lotta No Tav. Confidiamo fiduciosi che questo modello pro attivo venga assunto come esempio e contagi tutte le altre procure d’Italia per quei procedimenti che si occupano di materie come la corruzione, la criminalità organizzata, le truffe ai danni dei cittadini (Adusbef e Federconsumatori hanno presentato recentemente 130 denunce presso le Procure di tutta Italia in merito al decreto governativo Imu-Bankitalia)”. Come dargli torto? Vicina la tornata elettorale e troppo vicino il M5S ai ‘NoTav’ quindi bisogna colpire perché:”Sono in corso trattative tra le diverse anime che compongono il variegato mondo No Tav (compreso il M5S) per cercare di realizzare una lista unica che offra alla città un’alternativa alla compagine delle forze politiche (PD PDL UDC) che ha governato la cittadina in questi anni” scrive sempre Amerio. E sempre il sito del tg scopre che la Baita abusiva per la procura ma “compatibile col paesaggio per la sovrintendenza dei beni architettonici e paesaggistici”. Addirittura, durante il processo, il “maresciallo Pellegrini, tecnico alle foto, spiega come il programma Faston Image rinomini arbitrariamente le foto creando una discrepanza con le foto dei riconoscimenti del capitano Mazzanti e quelle consegnate alle difese”. Il Tg aggiunge:”Un file Word sballa il programmone e cambia la numerazione. Così nel documento 13 fornito da Pellegrini la foto 50 diventa 59, le difese chiedono di disporre accertamento tecnico e comunque l’acquisizione delle foto direttamente dalla card o sim fotografica. I Pm si oppongono e il giudice Rocci sentenzia che ai fini di verifica della corrispondenza risulta sufficiente acquisire il documento n. 13, il software, e secondo l’art. 507 per compatibilità con documento agli atti disporre audizione del test capitano Mazzanti, quindi procedere al riconoscimento degli imputati dalle foto”. 

Questo è un processo che condanna Grillo a 9 mesi. Nove milioni di italiani rischiano di non essere più rappresentati per volontà dei giudici. Altri dieci milioni sono stati fatti fuori con i processi di Berlusconi. 

Chi cazzo li ha eletti i giudici?

ZdO



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