Il 2022, purtroppo, inizia nel peggiore dei modi. La guerra in Ucraina sta occupando il posto di una pandemia che, pare, ci stiamo lasciando alle spalle. Anche se sembra tutto diverso, non dobbiamo dimenticare che in passato, e quasi ogni anno, l’Occidente si è macchiato di sangue.
Diceva Donald Trump quando cadevano missili iraniani sulle basi USA in Iraq: “Abbiamo di gran lunga l’esercito più potente e ben equipaggiato al mondo”. L’ex presidente americano, alla fine, è stato il più “pacifista” di tutti visto l’andazzo dei suoi colleghi.
Un’occupazione, una guerra, avvengono quando, secondo loro, c’è da difendere gli interessi degli USA.
E non importa se sono repubblicani o democratici. Pare essere il destino del Capo dell’America: alla fine, se pensi sia nei tuoi interessi, la guerra la fai. Ogni Presidente degli USA deve fare almeno una guerra.
A partire dalla seconda guerra mondiale, come ricostruisce l’Agi, le guerre sono state tantissime.
Harry Truman (1945-1953, Democratico) ha condotto la Guerra di Corea.
Dwight D. Eisenhower (1953-1961, Repubblicano) si trovò tra le mani la Guerra di Corea ma s’impegnò nell’escalation della Guerra Fredda con Mosca.
John Fitzgerlad Kennedy (1961-1963, Democratico) condusse i consiglieri militari statunitensi in Vietnam da qualche centinaio a 16.000 e, di fatto, fu l’iniziatore del conflitto che avrebbe segnato l’America per generazioni. Tentò anche di invadere – senza successo – la Cuba di Fidel Castro.
Lyndon Johnson (1963-1969, Democratico) fu colui che prese il posto di Kennedy e si occupò dell’escalation della Guerra del Vietnam. Nel 1965, Johnson ordinò anche l’invasione della Repubblica Domenicana per rovesciare il governo socialista di Juan Bosch Gavino.
Richard Nixon (1969-1974, Repubblicano) chiuse la guerra in Vietnam dopo un’escalation di bombardamenti a tappeto sulle città e le campagne del Nord e, segretamente, in Cambogia e Laos. Divenne il simbolo negativo di quel conflitto.
Gerald Ford (1974 -1977, Repubblicano): in così poco tempo, il successore di Nixon non combatté tecnicamente alcuna guerra, anche se chiese al Congresso il permesso di farne una. Nel dicembre del 1974, le colonne militari nord-vietnamite si diressero verso il Sud e il governo sud-vietnamita chiese aiuto agli Usa. Ford allora decise l’intervento ma Capitol Hill disse di no.
Jimmy Carter (1977-1981, Democratico): quando l’unione sovietica invase l’Afghanistan mandò aiuti militari segreti ai mujaheddin afghani, attraverso i sauditi e i pachistani. Fu la sua guerra e l’embrione di quella che divenne la jihad di Osama Bin Laden contro gli Stati Uniti.
Ronald Reagan (1981-1989, Repubblicano), dopo aver chiuso la Guerra Fredda, fu protagonista di due azioni militari: l’invasione di Grenada nel 1983, decisa perché un regime filo marxista non si affiancasse a quello di cubano in quell’area; il bombardamento di Tripoli nel 1986 con l’obiettivo di colpire Gheddafi.
George H. W. Bush (1989-1993, Repubblicano) combatté e vinse la prima guerra del Golfo, dopo l’invasione da parte di Saddam Hussein del Kuwait. Diede anche l’ordine di invadere Panama.
Bill Clinton (1993-2001, Democratico) inviò e poi ritirò le truppe americane dalla Somalia. Due anni dopo, ordinò i raid aerei contro i serbi di Bosnia e, dopo gli accordi di Dayton, dispiegò una forza di pace nei Balcani. Nel 1998, in risposta agli attentati di Al Qaeda, per ritorsione fece bombardare obiettivi in Afghanistan e in Sudan. Un anno dopo i Balcani: gli Usa furono protagonisti della Guerra del Kosovo e della caduta di Milosevic.
George W. Bush (2001-2009, Repubblicano) è il presidente delle due ultime guerre americane in grande stile: Afghanistan e Iraq come risposta all’attacco delle Torri Gemelle. Se la prima ebbe l’appoggio di quasi tutti gli americani, la seconda invece venne largamente contestata dall’opinione pubblica statunitense e mondiale.
Barack Obama (2009-2017, Democratico) è da subito contrario all’invasione dell’Iraq, eletto per far tornare le truppe a casa da Bagdad e Kabul, e vincitore del Nobel per la Pace, oltre ai noti interventi in Siria, Libia, Iraq e Afghanistan, ha bombardato anche lo Yemen, la Somalia e il Pakistan. Secondo alcuni analisti è stato il presidente americano che ha tenuto in guerra gli Stati Uniti per più tempo.
E Biden?
In poche parole, se nel pianeta terra non ci fossero stati gli Stati Uniti d’America, lo stesso pianeta sarebbe stato un’oasi di pace. Invece, in questo momento, il cattivone, il malato, il pazzoide, è Putin. Ma siamo sclerati proprio. E l’Italia a seguire questi pazzi americani.