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Irpef, i nuovi scaglioni e la mancia del governo in busta paga

Parlamento Irpef
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Ora il governo ci ripensa e, cosciente del dramma causato alle piccole imprese, ha deciso di recuperare in tema tasse e Irpef. Forse. L’esecutivo vuole alleggerire la pressione fiscale sui contribuenti, in primis sui lavoratori dipendenti.

Entro il mese di gennaio dovrebbe concretizzarsi la proposta di riforma delle aliquote Irpef, che verrà poi presentata alle varie parti sociali. Al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, restano poco più di 15 giorni per centrare l’obiettivo prefissato.

Tasse light

Il piano di Conte per i dipendenti appare chiaro: tagliare il cuneo fiscale per consentire ai lavoratori dipendenti che abbiano un reddito inferiore ai 35 mila euro di pagare 500 euro in meno di tasse nel corso di quest’anno. Dal 2021 lo sconto dovrebbe entrare a regime che porterebbe a un guadagno derivante dalle tasse pesato in più o meno 1.000 euro. La legge di Bilancio ha già individuato le risorse: 3 miliardi per il 2020, 5 per il 2021. A oggi, l’unico sgravio Irpef per i lavoratori dipendenti con redditi bassi (fino a 26mila euro) è arrivato con il famoso bonus Renzi.

Conte punta ai redditi alti

Il premier Giuseppe Conte punta più in alto, al ceto medio e ai redditi elevati, anche se ci sono tantissimi paletti che il governo deve rispettare per evitare di compromettere la tenuta dei conti pubblici. Il timore dei pentastellati è quello di prestare il fianco ai Dem sul tema del taglio delle tasse. Come tagliare le aliquote Irpef?

Tagli aliquote e problemi

Come riferisce il Giornale “Sulla manovra relativa al 2021 c’è già l’ombra del conto dell’Iva dal valore di 21 miliardi, e trovare nuovi fondi non sarà certo facile. Poi ci sono i 5 miliardi del cuneo che lascerebbe fuori parte del ceto medio. L’idea potrebbe essere la riduzione del numero e il livello delle aliquote. Conte aveva ipotizzato l’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef. Ricordiamo che al momento, per i redditi fino a 15mila euro, è prevista un’aliquota del 23%, che sale al 27% per quelli compresi tra i 15mila e i 28mila euro.”

 Le strade da percorrere

La coperta è corta. Nel caso in cui il governo volesse davvero ridurre in modo incisivo le tasse dovrebbe immaginarsi una riforma progressiva spalmata su più anni, oppure andare in contro a una riduzione delle detrazioni e le deduzioni fiscali. In tal caso, i primi a rimetterci, come anticipato dalla Manovra 2020, sarebbero coloro che guadagnano oltre 120mila euro.

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