Nella foresteria del Comando Generale dell’Arma il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, trascorre parte del tempo per mettere a punto il prossimo governo.
Gli incontri di Draghi sono avvenuti proprio in quel contesto. E proprio lì ha ascoltato e parlato con i potenziali ministri. La lista dei cosiddetti “tecnici” è stata costruita in quell’angolo del quartiere Parioli. L’altra lista, quella dei politici, è gestita invece dal Quirinale. In una sorta di divisione istituzionale dei compiti.
Mario Draghi vuole procedere per gradi. In segreto.
Il futuro presidente del Consiglio vuole sondare la disponibilità di “esterni” e “interni”. Tutto nella segretezza più assoluta. Ai suoi interlocutori, partiti e gruppi parlamentari, ha ripetuto:
“Nelle consultazioni ho spiegato quale sarebbe stato il metodo di lavoro e nessuno lo ha contestato”. In sostanza non intende avviare il mercato delle trattative su posti e poltrone. L’articolo 92 della Costituzione disciplina la procedura per le nomine alla guida dei dicasteri e stabilisce che siano solo il presidente del Consiglio e il capo dello Stato a intervenire. Il primo proponendo i nomi, il secondo nominandoli.
La politica si adegua al metodo Draghi
La compagine dell’esecutivo è nelle mani di Draghi e di Mattarella. Le maglie non si allargano. E la politica si prepara ad accettare quel che l’ex Governatore le mette a disposizione. I partiti non sanno nemmeno, se potranno contare su una, due o tre caselle. Hanno ricevuto una sola indicazione dal Quirinale: nel primo governo Draghi non ci saranno i leader. E ad innervosirsi è il segretario della Lega. “A Draghi non ho chiesto niente, semmai chiedo la panchina del Milan” ha detto Salvini. Il premier incaricato si è dedicato ai “tecnici” e si è sentito con Mattarella. I due si sono sentiti al telefono diverse volte e per oggi hanno fissato un incontro almeno per fare il punto. Forse quello finale.
Draghi ha fatto un salto anche negli uffici della Banca d’Italia. Lì, in qualità di Governatore emerito, ha un ufficio al piano 1N (Primo Nobile). Nel suo stesso corridoio c’è la stanza di Fabio Panetta, adesso nel board della Bce ma presente nel Palazzo, e al lato opposto quella del Direttore generale, Daniele Franco. Proprio su quest’ultimo si concentrano le attenzioni per il ministero dell’Economia. Draghi ha un punto fermo: nei dicasteri più impegnati nella ripresa economica vuole uomini di sua fiducia. Che recepiscano e attuino le sue direttive con velocità.