A migliaia in piazza. La protesta c’è stata ma con pochi blocchi. A Trieste, Milano, Firenze, Genova, Ancona i “No Green Pass” si sono fatti sentire il giorno in cui la Certificazione verde diventa obbligatoria per accadere al proprio posto di lavoro, pubblico e privato.
Non un corteo unico, ma una costellazione di iniziative diffuse sul territorio: sit-in, blitz, cortei improvvisati e soprattutto scioperi al porto. Centinaia di rivoli che hanno rallentato le attività ma non le hanno interrotte. Il coordinamento è tutto su Telegram, nei gruppi e nelle chat “No Gren Bass – Vinciamo insieme”, “No Green Pass – Adesso basta” e altri.
Al porto di Trieste la manifestazione più grande con seimila portuali e manifestanti arrivati a dire no, a oltranza, all’obbligo di Certificazione verde.
Ma tutti i varchi dello scalo, tranne il numero 4 dove si sta svolgendo il presidio, sono rimasti regolarmente aperti consentendo il transito sia di vetture che camion. Qualche momento di tensione, ma il coordinamento aveva annunciato: “Chi vorrà lavorare potrà farlo”.
Stesse scene ad Ancona dove la protesta ha proporzioni più ridotte ma si sono create lunghe file davanti all’ingresso del porto e a Genova. Paralisi scongiurata anche a Palermo e a Civitavecchia. A Venezia un manifestante s’è ritrovato da solo, unico senza Green Pass che ha protestato comunque davanti al varco portuale.
Nessun blocco ma ritardi per le linee provinciali e urbane del trasporto pubblico: Verona, Belluno, Padova, Venezia. A Milano 500 persone si sono radunate all’Arco della Pace. Hanno partecipato anche alcuni lavoratori Atm, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico che ha dichiarato che sono 272 al momento i lavoratori che non hanno il Green pass. Un blitz è scattato anche dentro la Statale, dietro lo striscione “Giù le mani dal lavoro”, per un corteo improvvisato.
Centinaia di persone anche a Firenze, davanti Santa Maria Novella, dove si sono radunati No Vax, candidati della Lega, studenti tra cori di solidarietà alla protesta dei portuali di Trieste e accuse ai giornalisti.
Duemila in strada a Cagliari al grido “libertà, libertà” e “Bassetti terrorista”. Alcuni momenti di tensione si sono vissuti in via Pola quando sui no-green pass che transitavano in corteo è piovuta una secchiata d’acqua. E ancora Udine, Terni, Rimini, Messina, Napoli, i cinquemila di Bologna in corteo nel centro della città, Torino, Palermo, Pesaro dove è comparso uno striscione che fa riferimento alle camere a gas dei campi di concentramento nazisti.
A Roma l’attenzione resta alta per la manifestazione del pomeriggio spostata dalla questura dalla Bocca della Verità al Circo Massimo.
Blindati i palazzi istituzionali e gli obiettivi sensibili, anche perché oggi è anche il giorno degli ultimi comizi prima dei ballottaggi per il nuovo sindaco. Il dipartimento di Pubblica sicurezza parla di possibile “pretesto” per un “ulteriore inasprimento dei toni” della protesta, con azioni verso “obiettivi esposti a rischio” e con “possibili episodi di contrapposizione tra gruppi aderenti a opposti estremismi”.
Intanto la protesta contro il Green pass fa registrare una data storica per Sigonella: il primo sit-in dell’aeronautica davanti ai cancelli d’ingresso della base militare italiana contro “il certificato verde pagamento”. Il presidio è stato promosso dal Sindacato aeronautica militare (Siam).
Ancona, Genova e ovviamente Trieste.
La protesta dei “No Green Pass” blocca i porti, ma non tutti. “Chi vuole lavorare lo fa” aveva detto Stefano Puzzer, il leader della contestazione in corso al porto di Trieste. Il Coordinamento dei lavoratori portuali aveva annunciato a partire da oggi il blocco “a oltranza” per protestare contro l’obbligo di Green pass per poter lavorare. E in effetti stamattina alcuni lavoratori portuali che non aderiscono alla manifestazione hanno regolarmente raggiunto la postazione. E così lo scalo è andato in tilt. Ci sono i portuali, molti riconoscibili dai giubbotti gialli e arancioni, ma anche di tanti che non operano nello scalo.
“Trieste chiama Ancona risponde” è lo striscione nel porto marchigiano. Anche qui il sit-in e lunghe code di tir e auto sulla carreggiata, fermi o a lumaca davanti ai manifestanti.
A Genova una lunga coda di camion provenienti per la maggior parte dall’Italia del Nord è bloccato in coda alle porte del Varco Etiopia del porto. “Noi abbiamo tre grandi varchi per entrare nel porto di Genova, al momento uno di questi tre risulta con dei blocchi, con circa 60-100 lavoratori che stanno effettivamente ostacolando l’entrata. Le due giornate da tenere molto attenzionate però saranno quelle di lunedì e martedì prossimo”.
Così il presidente del Porto di Genova Paolo Emilio Signorini intervenendo a ‘Che giorno è’ su Rai Radio1.
“Noi qui abbiamo due tipi di problemi: il primo è il chiarire la questione dei tamponi gratuiti per gli eventuali lavoratori non vaccinati – ha spiegato Signorini -. Il secondo, che vale soprattutto per Genova, è che noi abbiamo oltre 5.000 mezzi pesanti al giorno che arrivano ai varchi. Anche solo un 10% di quei 5mila, con autisti non vaccinati, creerebbe grandissimi problemi”. “Oggi non ci sono molti autotrasportatori che stanno arrivando, vedremo se lunedì e martedì la macchina che abbiamo attrezzato è in grado di funzionare o se avremo difficoltà”, ha quindi spiegato il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale.
“Complessivamente nel porto di Genova ci sono 30mila persone, noi stimiamo che circa il 20% sia sprovvisto di vaccini. Quindi su 30mila persone – ha anche spiegato Signorini – possiamo immaginare di arrivare fino a 5-6mila persone, un numero molto significativo”.
Al porto di Civitavecchia, come riferisce l’autorità portuale, non si registrano né criticità, né disservizi nel primo giorno dell’entrata in vigore del green pass obbligatorio sui luoghi di lavoro. “È una giornata normale per i portuali, le operazioni procedono come sempre”, fanno sapere interpellati in merito dall’Autorità Portuale.