Site icon Zone d'Ombra Tv

“Grande Pescara”, Febo e Musa contrarie al referundum

Spread the love

Le due donne non si dicono contrarie alla creazione di un’area metropolitana che racchiuda i territori, ma si battono contro il Referendum consultivo. “Prima i contenuti poi il contenitore” affermano.

Il Referendum si farà e continuano le polemiche. “Non siamo contrarie alla creazione di un’area metropolitana che racchiuda i nostri territori, ma diciamo ‘No’ alla proposta avanzata sul Referendum consultivo ‘Grande Pescara’ ” affermano Marina Febo e Manola Musa, capigruppo PDL rispettivamente nei Consigli comunali di Spoltore e Montesilvano. “Devono essere individuati prima i contenuti – precisano – e poi si forma il contenitore. Nessuno ci ha informato su cosa significa in concreto ‘Grande Pescara’, non abbiamo ancora visto alcuna proposta con obiettivi, valutazione di alternative e studio di costi-benefici. Non intendiamo, quindi, invitare i nostri concittadini a dire ‘sì o no’ su uno slogan vuoto e privo di concretezza e chiarezza”.

Il progetto, voluto dall’esponente del Movimento 139 Carlo Costantini, prevede di “riprendere e rilanciare l’iniziativa promossa tempo fa da alcuni esponenti politici abruzzesi e mai decollata di arrivare alla fusione tra i Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore”. In una seconda fase, dopo la cancellazione delle Province, inglobare anche i Comuni di San Giovanni Teatino, Francavilla e Silvi. Per Costantini chi si oppone al progetto tiene solo a cuore il mantenimento delle poltrone. Per Musa e Febo, invece, la proposta appare “decontestualizzata rispetto all’attuale dibattito politico. Con l’abolizione delle Province, infatti, si aprirebbe la strada alla creazione di un’area metropolitana molto più ampia, oltre i confini provinciali e comprensiva di altre importanti realtà limitrofe ad oggi escluse (come, a titolo esemplificativo, San Giovanni Teatino, Città Sant’Angelo, Cappelle sul Tavo, Francavilla a Mare)”. Pescara, dopo l’eventuale fusione “non supererebbe comunque la soglia per accedere alla classe demografica più alta per ricevere maggiori trasferimenti di risorse finanziarie da parte dello Stato, come del tutto incerta è anche l’erogazione di fondi premiali per la fusione, stante la forte crisi in atto”. Quindi la proposta:”Se l’intento è davvero di migliorare la vita dei cittadini, allora la soluzione migliore è quella di avviare da subito un dibattito serio sul futuro dell’area metropolitana tra tutti gli attori istituzionali interessati, con il coinvolgimento dei cittadini e delle imprese. Si potrebbe iniziare da una cooperazione volontaria tra Comuni per convenzionare i servizi principali che ad oggi pesano maggiormente sui rispettivi bilanci (polizia municipale, protezione civile, riscossione dei tributi, della lotta all’evasione fiscale, viabilità e traffico e servizio legale)”. I capigruppo ricordano che la fusione deve considerare i fattori umani e identitari e si appellano al Presidente della Commissione Statuto della Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri, affinché “si opponga alle richieste di modifiche dello statuto regionale che dovrebbero essere fatte ad hoc per consentire un referendum inutile e, per come concepito, perfino dannoso per i nostri territori e i nostri cittadini”. 

 ZdO

Exit mobile version