Angelo Becciu, dopo lo scandalo che lo ha coinvolto, ha deciso di dimettersi rassegnando le dimissioni dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Ed è stato spogliato dei diritti connessi al cardinalato. Una seconda sanzione preceduta dalla rimozione nel maggio 2018 dalla Segreteria di Stato dopo i dubbi sull’operazione dell’acquisto del palazzo in Sloane Avenue a Londra.
L’affaire Vaticano: investimenti in finanziarie e immobili di lusso con denaro destinato ai bisognosi
Il punto è che ai diritti del porporato a Becciu decade ogni possibile immunità prevista dal diritto canonico rendendolo vulnerabile da un punto di vista giudiziario. Intanto Becciu sceglie a strategia difensiva che verte sul silenzio.
Le nuove carte
Ma, intanto, continuano a uscire carte. Come quelle di cui è venuto in possesso L’Espresso. Si tratta di documenti riguardanti il patrimonio della Segreteria di Stato in cui si evince che la maggior parte dei fondi movimentati sono stati investiti per i prossimi anni in paradisi fiscali come le Cayman, Malta e Russia.
Gli investimenti
Nel 2018 Centurion, fondo che ammonta a circa 70 milioni di euro di cui due terzi del Vaticano, perde il 5% del suo valore. Ma ne guadagna circa due milioni di euro per le commissioni di gestione. La stessa Centurion ha un’altra scatola di gestione, la società Gamma Capital, con cui condivide gli uffici a Malta. Quest’ultima gestisce denaro in disposizione del fondo. “Centurion – spiega il settimanale – è presieduto da Enzo Filippini, già gestore della Banca svizzera Bsi, che fu sciolta dalle autorità svizzere nel 2016 per i reati di omessa vigilanza bancaria, riciclaggio, mancanza di adesione alle regole anticorruzione previste dalla legislazione svizzera”.
Filippini si adoperò per far avere un prestito a condizioni fuori mercato e particolarmente svantaggiose proprio alla segreteria di Stato. Soldi che servivano per la ristrutturazione di un complesso immobiliare a Londra. I flussi di investimento sulle carte della Segreteria di Stato racconta che la Gamma Capital ha deposita tutti i fondi del Fondo Centurion in una piccola banca svizzera, la Banca Zarattini e nella Sparkasse Bank di Malta. Entrambi gli istituti sono al centro di indagini degli inquirenti statunitensi per tangenti che hanno coinvolto funzionari governativi venezuelani.
Il petrolio di Becciu
A quanto pare il petrolio è un investimento importante per Becciu. Nel 2013 salta l’affare con l’angolana Falcon Oil. Crasso e il cardinale decidono di investire in obbligazioni nella Tullow Oil, una compagnia petrolifera irlandese. La Tullow Oil è accusata nel 2013 di aver dato tangenti a funzionari del governo del Regno Unito e politici tra cui William Hauge, esponente di spicco del Partito Conservatore. LA Tullow Oil ha generato un disastro ambientale nel villaggio ugandese di Kakindo. La Segreteria ha investito anche nella Glencore Australia Holdings, società accusata dalle autorità locali di aver trasferito 30 miliardi di dollari fuori dalla rete fiscale australiana.
A volerci vedere chiaro è anche la Finma, l’autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari svizzeri, che ha acquisito documentazione relativa ai movimenti bancari e speculativi in merito ai fondi gestiti da Enrico Crasso e da Valeur Group.
La cooperativa Osa
Gli inquirenti hanno puntato l’attenzione anche sul motivo degli investimenti effettuati, passando per la cassa della Segreteria di Stato, in obbligazioni della Cooperativa Osa, attiva nel settore sanitario. La Osa aveva chiesto l’acquisto del suo debito anche a Gianluca Torzi, broker molisano arrestato e poi rilasciato dalla gendarmeria. L’affare non era andato in porto.
Vaticano-gate: gli affari di Becciu e l’ipotesi di riciclaggio di denaro
Papa Francesco negli ultimi giorni è tornato anche a chiedere chiarezza sugli affari di famiglia del cardinale. Oltre alla vicenda degli infissi rifatti dal fratello Francesco, quella della Birra Pollicina del fratello Mario e della cooperativa Spes del fratello Tonino, attività finanziate con soldi della Cei e dell’Obolo di San Pietro, c’e l’olio “Donum Dei” prodotto dalla Sabina Trading Srl, una società fondata dalla moglie di Mario Becciu, la professoressa Anna Rita Colasanti, che ne detiene il 30%.