“La dottoressa Sinatra mi raccontò che, dopo una cena di lavoro, era stata oggetto di un approccio fisico, intrusivo, da parte del dottor Creazzo, un collega che lei stimava. E dal quale, con quel gesto, si sentì improvvidamente tradita e umiliata. Ne fu sconvolta”.
Sono le parole di un testimone che ha confermato le molestie subite dal pm Alessia Sinatra. Parole riferite durante il processo dinanzi alla Sezione disciplinare del Csm a carico della stessa toga, sostituto procuratore a Palermo. Il magistrato siciliano si trova infatti nella duplice veste di presunta vittima delle avances da parte del procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo e anche di essere “incolpata”, dinanzi al Consiglio Superiore, per “comportamento scorretto”, in relazione a quelle conversazioni sulle ormai note chat di Luca Palamara.
In quei messaggi Sinatra scriveva all’ex pm allora leader di Unicost: “Giurami che il porco cade subito”, “il mio gruppo non lo deve votare”. Erano le stesse ore in cui il Csm doveva nominare il procuratore di Roma (e Creazzo era uno degli aspiranti ).
Nel processo, è stato dunque ascoltato il primo testimone chiesto dalla difesa, Francesco Vitrano, neuropsichiatra infantile siciliano che in precedenza aveva svolto consulenze tecniche per la Procura, e con cui Sinatra aveva instaurato un rapporto di amicizia. Sinatra si confidò con lui:
“La dottoressa mi disse – sottolinea Vitrano – che dopo la cena, mentre rientrava nella sua camera, il collega la baciò, fu invasivo…”. Il professor Mario Serio, che difende Sinatra, chiede al teste di essere più dettagliato ed esplicito.
“La palpeggiò … le mise le mani sul seno. Lei si sentì molto sofferente e violata nella sua intimità e per lei era molto doloroso”.
Vitrano racconta che la pm avrebbe per anni sofferto di attacchi di panico e di crisi d’ansia. Ma il procuratore Creazzo ha sempre respinto con nettezza ogni accusa.
Il processo
Il processo si era aperto con la questione preliminare posta dal difensore, Serio, sulle trascrizioni dei messaggi tra Sinatra e Palamara, che formano l’impianto dell’accusa. Un consulente di parte riferisce che il testo riportato non corrisponderebbe al contenuto delle chat. Le chat, insomma, non sarebbero utilizzabili. Conclusione che l’accusa contesta: poiché quella analisi non può avere lo status di perizia, in quanto troppo generica.
I procedimenti proseguono ovviamente paralleli, poi la prossima tappa del processo per Sinatra è stata fissata tra tre mesi. Udienza convocata per il 15 luglio: saranno sentite come testi la sorella della magistrata, Alessandra, e il giudice di Palermo Bruno Fasciana.
I giudici che accusano Matteo Renzi: Creazzo e Turco
Ad accusare l’ex premier sono due giudici su cui passato emergono ombre. Giuseppe Creazzo è il capo della Procura della Repubblica di Firenze, l’ufficio che ha chiesto il provvedimento di custodia cautelare ai danni dei genitori di Matteo Renzi. Creazzo fa parte della corrente centrista delle toghe Unicost ed è protagonista di un’importante carriera tra Reggio Calabria, ministero della Giustizia, Palmi e, appunto, Firenze.