Il premier Giuseppe Conte, con un ritardo di quasi due anni, che il Reddito di cittadinanza, così com’è stato realizzato, non funziona.
Insomma, ci sono voluti centinaia di casi perché alla fine Conte si accorgesse della stortura. Tra assegni erogati a criminali ed ex terroristi e il totale fallimento del progetto dei navigator, alla fine anche il premier ha tirato le somme.
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I dubbi ci sono anche sul funzionamento del sistema che in quest’anno e mezzo ha mostrato tutti i suoi limiti.
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In 18 mesi detenuti hanno percepito il Reddito pur essendo dietro le sbarre. L’ex terrorista Federica Saraceni ha incassato il beneficio anche se condannata per omicidio. Ci sono, poi, contrabbandieri e pusher. E, infine, i casi limite dei quattro ragazzi arrestati per l’assassinio di Willy a Colleferro che avrebbero incassato indebitamente 33mila euro con l’Rdc.
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Manca l’incentivo al mercato del lavoro regolare. Su poco più di 1,2 milioni di beneficiari “abili e arruolati”, il sistema dei navigator ha trovato un posto di lavoro solo a 200mila persone, meno di un sesto del potenziale. Tra l’altro, 3 su dieci manco si presentano ai colloqui. Tanto i controlli non sono semplici, e difficilmente il rifiuto porta a una revoca della misura. A dire addio all’assegno, finora, sono state poco più di 8000 persone su un milione e 300mila beneficiari.
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Il direttore centrale dell’Inps Checchi ha confermato che, secondo una simulazione fatta in un seminario Inps, metà dei percettori incasserebbe l’assegno pur “non risultando nella platea dei poveri relativi elaborata seguendo i criteri” dell’Ocse. Ma tanto, aveva concluso Checchi, “non è possibile fare nessuna deduzione scientificamente affidabile circa l’inclusione di possibili evasori nella platea”.
Lo sperpero dei Navigator
Senza contare che, oltre al costo di gestione del sistema, il governo paga un bel po’ di soldi a Domenico Parisi, il “cowboy” del reddito grillino. Si tratta della stessa persona che ha chiesto una casa pagata all’ANPAL per la sua sicurezza sanitaria. Parisi è l’uomo che avrebbe dovuto far ripartire il mercato del lavoro in Italia grazie ai Navigator del reddito di cittadinanza.
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La collaborazione chiesta da Conte
Ora il presidente del Consiglio un urgente collaborazione visto che, a un anno e mezzo dall’introduzione del sussidio grillino, non è ancora stato messo su un sistema unico e nazionale informatico in grado di aiutare i disoccupati a trovare lavoro.
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“Voglio che una soluzione sia operativa entro sei mesi, il reddito di cittadinanza in questo modo rischia di essere una misura assistenziale senza progettualità”, ha dichiarato Conte. E si prepara a cambiare pure il sistema complessivo del reddito di cittadinanza visto che “in questo modo non può continuare a funzionare”. Nel frattempo il ministro Pisano è stato sollecitato a istituire una task force per progettare e rendere operativa una struttura informatica in grado di integrare 20 sistemi regionali diversi.
Alla buon’ora presidente Giuseppe Conte.