Una condanna regolarmente pronunciata ma che però ‘peccava’ di un piccolo dettaglio: le motivazioni della sentenza riguardavano un processo differente con un altro imputato. Così un giudice ha condannato un uomo.
È accaduto negli uffici della Corte d’appello di Torino. Un infortunio che ha costretto la Cassazione a intervenire e ad annullare il provvedimento.
Errori giudiziari: dal 1991 al 2019 lo Stato ha speso quasi un milione di euro in risarcimenti. Ma le toghe non pagano mai
Il caso è quello di Mario F., 50 anni, che il 22 febbraio 2019 si vide confermare dalla Corte subalpina una condanna a quattro mesi per resistenza a pubblico ufficiale. La sentenza del giudice si riferisce a un altra vicenda, con un imputato dal nome completamente diverso accusato di due reati (resistenza e lesioni).
Per la Cassazione si spiega “verosimilmente” con “il frutto di un errore di un’allegazione di tale motivazione al frontespizio della decisione riguardante il ricorrente”. Uno scambio di fogli, insomma, che però ha costretto gli Ermellini ad annullare la sentenza con rinvio.
A giugno 2020 gli errori giudiziari in Italia sono stati circa mille l’anno.
Il tutto per una spesa complessiva dello Stat, tra indennizzi e risarcimenti veri e propri, di 823.691.326,45 euro. Una media di circa 28 milioni e 400 mila euro l’anno.