L’esattore di Stato colpisce ancora indisturbato. Questa volta il braccio duro della legge si abbatte su due giovani costretti a letto dalla sindrome di Deuchenne.
Sergio e Marco Quarta sono due gemelli di Merine, una frazione del comune di Lizzanello in provincia di Lecce, affetti dalla più frequente, ma anche meglio conosciuta, distrofia muscolare dell’infanzia. La malattia, al momento, non può essere curata ma, nel 10% dei casi, un farmaco, il Translarna della PTC Therapeutics, potrebbe rappresentare un’efficiente terapia.
Una sofferenza che dura da 25 anni, da quando i gemelli hanno avuto i primi sintomi della malattia. Da allora vivono attaccati a dei macchinari che permettono loro di restare in vita ma che, purtroppo, necessitano di grandi risorse elettriche.
“Abbiamo ricevuto l’ennesima cartella di Equitalia – spiega Antonio il papà dei gemelli – che intima il pagamento di una bolletta da 1.300 euro per la spazzatura non pagata”. Solo qualche giorno fa sono arrivate altre due costosissime bollette di gas e metano per un totale di oltre tremila euro. Tutto ciò farà scattare, come se non bastasse, il fermo amministrativo dell’auto di Antonio.
“Come farò a muovermi senz’auto?” chiede l’uomo. L’ambiente deve essere costantemente climatizzato per evitare che i due ragazzi possano contrarre malattie da raffreddamento.
“L’altro giorno Sergio si è accorto che qualcosa non andava, mi ha chiesto spiegazioni e mi ha chiesto di staccare la spina” ha detto Antonio a Tgcom. Il papà ora attende una risposta anche dalla Regione Puglia che, negli ultimi tempi, pare sia latitante specie sulla questione dell’assegno personalizzato. I due gemelli, da dieci anni, sono in attesa di percepire un contributo pari a 300mila euro che la Regione ha consegnato al Comune di Lizzanello: 96mila euro per il 2004 e 200mila euro per il 2006.
Per questo fatto i due gemelli avevano chiesto a Papa Francesco di “aiutarli a morire dignitosamente”. Antonio aveva anche presentato una denuncia alla Guardia di finanza e alla magistratura per sapere dove siano finiti i soldi per i figli ”ma il fascicolo – dice – è fermo sul tavolo del pm a prendere polvere”.
Antonio Del Furbo