Gaetano Riina, il fratello del boss di Cosa Nostra Totò, torna a casa. Il tribunale di sorveglianza di Torino ha disposto la detenzione domiciliare su istanza dei suoi legali, Vincenzo Coluccio, e della collega del foro di Roma Maria Teresa Brucale, dell’associazione “Nessuno tocchi Caino”.
Gaetano Riina, conosciuto come “Zù Tano”, è nato a Corleone 87 anni fa. Da tempo ha gravi problemi di salute: arrestato nel luglio 2011, in carcere si era anche ammalato di Covid. Sarà trasferito in Sicilia, a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. All’udienza i difensori avevano puntato sulle sue precarie condizioni di salute.
“Zù Tano” ha finito di scontare una condanna a otto anni per mafia.
Riina ha scontato il carcere per un’altra condanna, emessa dal tribunale di Napoli. I giudici lo hanno giudicato colpevole di aver monopolizzato la distribuzione di prodotti ortofrutticoli nel Sud Italia. Tutto grazie a un’alleanza con alcuni esponenti del clan dei Casalesi. Fino a oggi il fratello del “capo dei capi” di Cosa Nostra è stato rinchiuso nel carcere torinese delle Vallette con un fine pena fissato nel 2023. Una sua precedente richiesta di differimento pena era stata respinta il 15 settembre.
La motivazione dei giudici
“Si conferma che si tratta di un grande anziano, 87 anni, affetto da pluripatologie, che non versa in immediato pericolo di vita, tuttavia è a rischio di improvviso e non prevedibile peggioramento delle patologie in essere anche alla luce della fragilità correlata all’età”. Il quadro sanitario è in peggioramento “seppur il paziente assuma regolarmente la terapia”.
Quanto al giudizio di pericolosità sociale che “va rapportato e attualizzato in parallelo all’evoluzione delle condizioni di salute”, i giudici evidenziano che “va rimarcata l’assenza di condotte negative, quantomeno nell’ultimo periodo”. Nelle motivazioni si fa riferimento a una relazione della questura di Trapani del 19 marzo 2021, che “non esclude con certezza l’esistenza di attuali collegamenti con esponenti della criminalità organizzata”, tuttavia la pericolosità sociale “apparirebbe comunque neutralizzata dall’inevitabile decadimento fisico e mentale di un soggetto ormai prossimo ai 90 anni, e pertanto sicuramente scollato da strategie e dinamiche delinquenziali per loro natura in costante e rapidissima evoluzione”.
Inoltre “pur essendo imparentato con figure apicali nel contesto mafioso, presenta un fine pena relativamente ravvicinato (2024) e un curriculum delinquenziale limitato alle due incriminazioni di associazione mafiosa in corso di espiazione”.
Riina raggiunge i nipoti
Sarà trasferito a Mazara del Vallo, dove ha una figlia e una nipote, e dove potrà seguire le cure necessarie sotto la sorveglianza dei carabinieri. ‘Zio Tano’, nato nel 1933 a Corleone, uno dei reclusi più anziani d’Italia, non è un ergastolano ma ha un fine pena fissato nel 2023 per effetto di una condanna per associazione di stampo mafioso inflitta dalla Corte d’appello di Napoli.
La relazione medica
La relazione medica conferma le sue “pluripatologie” e la sua condizione di “fragilità”, dovuta all’età avanzata, che lo espone a peggioramenti imprevedibili.
Gaetano Riina era in carcere dal 2011.
Secondo i carabinieri Gaetano Riina stava lavorando alla riorganizzazione di Cosa Nostra nel Corleonese. Anni dopo si aggiunse l’accusa di avere stretto un accordo con il clan camorristico dei Casalesi, in Campania, per un traffico illecito di prodotti ortofrutticoli.
Fra il 2019 e il 2020 ‘zio Tano’ aveva chiesto diverse volte il differimento pena o la detenzione domiciliare per potersi curare. Soluzioni sempre respinte dai tribunali di sorveglianza, che a volte non mancavano di mettere l’accento sulla “natura criminale dei reati commessi”.