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Fondazione Open: le perquisizioni ordinate dai pm erano illegittime

Fondazione Open: le perquisizioni ordinate dai pm erano illegittime

La Cassazione interviene sulla vicenda della Fondazione Open accogliendo i ricorsi di Davide Serra e dell'imprenditore Marco Carrai

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La Cassazione accoglie i ricorsi del finanziere Davide Serra e dell’imprenditore Marco Carrai nell’ambito dell’inchiesta su Open, la fondazione nata nel 2012 per sostenere Matteo Renzi.

Open è al centro delle indagini della procura di Firenze per finanziamenti irregolari. Ora la corte ha annullato la decisione del tribunale del Riesame sui sequestri di documenti e pc scattati nei confronti dei due lo scorso novembre.

Fondazione Open: perquisizioni in tutta Italia

“Dieci mesi fa centinaia di finanzieri inviati dalla Procura di Firenze hanno perquisito le case di cittadini non indagati ‘rei’ di aver finanziato in modo legittimo e trasparente la Leopolda” scrive Matteo Renzi sul profilo Facebook. “Per settimane i giornali, i politici, gli addetti ai lavori hanno parlato di quella vicenda: il caso Open”. “Ieri la Cassazione ha stabilito che le perquisizioni erano illegittime: la Cassazione! Oggi silenzio di quasi tutti i media. In un mondo normale oggi qualcuno dovrebbe scusarsi per le tonnellate di fango che ci hanno buttato addosso. Non succederà e noi andremo avanti col sorriso e senza rancore. Ma chi pagherà per il danno politico, economico, mediatico, umano che abbiamo subito? Il tempo è galantuomo, certo, ma le cicatrici lasciano il segno. Un abbraccio affettuoso e solidale ai ‘perquisiti’ e alle loro famiglie. E noi andiamo avanti a testa alta, come sempre, più di sempre”.

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A rincarare la dose ci pensa il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone: “Italia Viva era appena nata, nei sondaggi veniva accreditata come potenzialmente a due cifre. All’improvviso scoppia a Firenze l’inchiesta sulla fondazione Open, giornali e Tv scrivono e parlano di Renzi, dei suoi amici, dei finanziatori. Pacciani, ‘il mostro di Firenze’ a confronto era un agnellino. Ieri la Cassazione dà torto alla Procura e dice che i sequestri fatti a Carrai e Serra sono stati illegittimi. Aspettiamo con pazienza e vedrete che tutta la storiella si rivelerà una gigantesca bolla di sapone”.

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L’inchiesta

Al centro delle indagini dei pm l’ex “cassaforte” renziana, chiusa nel 2018. Open, fra l’altro, finanziava la Leopolda, la convention politica dell’ex premier Matteo Renzi.

Per quell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza è già stato indagato l’allora presidente presidente Alberto Bianchi. Oltre al traffico di influenze illecite, sarebbero contestati anche i reati di riciclaggio, autoriciclaggio, appropriazione indebita, false comunicazioni sociali e finanziamento illecito ai partiti. Secondo l’accusa “la fondazione Open ha agito come articolazione di partito, ha rimborsato spese a parlamentari, messo a loro disposizione carte di credito e bancomat”.

Le perquisizioni

Sono venti le città coinvolte nelle perquisizioni, tra queste Firenze, Milano, Modena, Torino, Bari, Alessandria, Pistoia, Roma, Napoli e Palermo. In particolare, a essere attenzionate, alcune delle aziende che negli anni hanno finanziato la fondazione. Non tutti i soggetti perquisiti risultano indagati.

La Cassazione ribalta la vicenda

“Siamo molto soddisfatti”, spiega l’avvocato Massimo Di Noia che difende Carrai insieme a Filippo Cei. Stesso commento dell’avvocato di Serra, Alessandro Pistochini: “Siamo molto soddisfatti perché la Corte non solo ha annullato senza rinvio la decisione del tribunale di riesame di Firenze, ma ha anche dichiarato l’illegittimità del decreto di sequestro, ordinando la restituzione dei beni ai legittimi proprietari”.

Punto a favore della difesa

La Cassazione segna un punto a favore della difesa accogliendo il ricorso il ricorso dell’imprenditore Marco Carrai e quello di Serra, molto legati all’ex premier Matteo Renzi.

Per il tribunale del riesame la Fondazione Open “appare aver agito, a prescindere dal suo scopo istituzionale, quale articolazione di partito” e da qui l’accusa di finanziamento illecito a Carrai. La stessa ordinanza di sequestro aveva sottolineato il ruolo di Carrai quale socio di due società in Lussemburgo tra loro collegate, una finanziata da italiani anche finanziatori di Open. Inoltre per i giudici fiorentini sarebbe emersa una  “intromissione” di Carrai “nell’adempimento dell’incarico professionale affidato all’avvocato Bianchi dal gruppo Toto” e pertanto perquisizione e sequestri furono ritenuti legittimi per “ricostruire i rapporti degli indagati Carrai e Bianchi coi finanziatori di Open”.

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La decisione della Suprema Corte cambia il quadro dell’inchiesta toscana e le accuse mosse a Carrai.

Per l’ex presidente della Consulta, Giovanni Maria Flick, la Fondazione Open non si può considerare una articolazione di partito, a meno di applicare in modo retroattivo, e quindi illegittimo, la legge ‘spazza-corrotti’ varata nel 2019. Per questo non può, quindi, configurarsi il finanziamento illecito contestato a Carrai.

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