Ancora una volta il gruppo Toto ritorna al centro delle vicende politiche e giudiziarie. Infatti, secondo il Tribunale del Riesame, Toto ha compiuto operazioni “dissimulatorie” per finanziare la politica: in questo caso si parla della Fondazione Open, in passato cassaforte del della politica di Matteo Renzi.
Ed è per questo che ad Alberto Bianchi, ex presidente di Open, è stato confermato il sequestro. Al centro delle indagini, come riporta Il Fatto, c’è un incarico per un contenzioso con Autostrade affidato al suo studio legale dalla Toto Costruzioni Generali.
Le fatture
“A fronte della fattura numero 4 del 2 agosto 2016 emessa nei confronti della Toto Costruzioni Generali” Bianchi “aveva ricevuto la somma di 801.600 euro” si legge nell’ordinanza. Parte di questa somma sarebbe stata trattenuta da Bianchi e la restante parte versata al suo studio associato. Appena trenta giorni dopo, il 12 settembre 2016, lo stesso Bianchi versa due somme: uno alla Fondazione Open da 200.838 e un altro al Comitato per il Sì al referendum costituzionale per altri 200 mila euro. “Sempre nel 2016 ‘Alberto Bianchi e associati studio legale’ aveva ricevuto dalla Toto Costruzioni Generali, la somma di 1.612.000 oltre a Iva al 22 per cento per 354.640, totale fatturato 1.966.640 quale pagamento di pre- stazioni professionali”.
Toto e la Fondazione Open
Bianchi ha “girato” alla Fondazione i soldi del gruppo Toto (che nel 2016 aveva versato in chiaro 25 mila euro alla Fondazione tramite la Renexia). “I contributi volontari alla Fondazione Open e al Comitato referendario – scrive il Riesame – erano stati elargiti utilizzando la provvista esistente nel conto di Bianchi, che dal settembre 2016 mostrava un saldo attivo pari a 1.095.550, formatosi proprio grazie al versamento effettuato dalla Toto Costruzioni”. Operazioni che ai giudici appaiono “dissimulatorie di trasferimento di de- naro da Toto Costruzioni Generali” alla Open in quanto fatte.
Leggi anche: Il gruppo Toto compare in due inchieste sulla fondazione renziana “Open”. Parcella da un milione di euro a Bianchi
Il prestito a Open
Bianchi, secondo gli investigatori, avrebbe fatto i suoi bonifici come “contributo volontario”, mentre la restituzione è avvenuta “nel periodo dicembre 2017-febbraio 2018 con causale ‘restituzione parziale prestito’”.
La vicenda Dot Media
Patrizio Donnini è fondatore della Dot Media, società di comunicazione che ha lavorato anche per la Leopolda. In un’altra inchiesta a Firenze, Donnini è indagato per appropriazione indebita e autoriciclaggio. Le indagini stanno cercando di far luce sulle compravendite tra la Immobil Green Srl dell’imprenditore e la Renexia dei Toto, relative al settore dell’energia eolica.
Leggi anche: Matteo Renzi, l’indagine su Open si allarga: spunta il nome di Donnini
Chi versa nelle casse della politica renziana?
Le somme che arrivano dalle associazioni dei farmacisti e fin dalle imprese ferroviarie associate. Poi ci sono colossi come Google, Lottomatica Spa e Fastweb Spa. Tutte aziende che, in passato, hanno elargito bonifici alla Eyu, la fondazione legata al Pd al tempo di Matteo Renzi, ora in liquidazione. Versamenti regolari sui quali la Procura di Roma non ha rilevato irregolarità.
EYU e Bonifazi
La polizia economico finanziaria della Guardia di finanza ha depositato agli atti un’indagine su Francesco Bonifazi. L’ex tesoriere del Pd, ora nelle fila di Italia Viva di Matteo Renzi, è accusato a Roma di finanziamento illecito per i 150 mila euro pagati dalla Immobiliare Pentapigna Srl, di proprietà dell’imprenditore Luca Parnasi, a giudizio per corruzione. Il versamento sarebbe stato fatto a cavallo delle elezioni politiche di marzo 2018 per uno studio di ricerca. Il progetto, riferisce Il Fatto, si chiama “Case: il rapporto degli italiani con il concetto di proprietà”, e viene pagato, a fronte di una fattura emessa dalla alla Fondazione Eyu il 22 febbraio 2018, con due bonifici. Un contratto che per i pm però era “fittizio”.
La Fondazione e i due conti correnti
Eyu è titolare di due conti correnti “alimentati rispettiva mente dalla raccolta di erogazioni liberali e da proventi di natura commerciale”. “La Fondazione – continuano i finanzieri – affianca alla propria attività istituzionale di promozione sociale, realizzata con le donazioni dei sostenitori, anche l’esercizio di un’attività commerciale che consiste nell’elaborazione di studi e ricerche. I ricavi di tale attività commerciale confluiscono sul conto corrente che risulta ‘dedicato’ all’incasso dei medesimi, per essere poi periodicamente trasferiti sull’altro conto corrente della Fondazione su quale pervengono inoltre i contributi e le erogazioni liberali dei sostenitori” della Eyu.
I bonifici
La Msc Cruises manda un bonifico in entrata di 100 mila euro. Poi c’è un altro da 63 mila del Consiglio nazionale del Notariato. La Federfarma ne invia uno da 40 mila euro, mentre la Gamenet spa – che opera nel settore del gioco pubblico – 25 mila. Oltre ai già citati arrivano contributi dalla Fondazione architetti e ingegneri iscritti a Inarcassa. A seguire si trovano bonifici della Fb associati srl, società di consulenza specializzata in public affairs e lobbying, del fondo Algebris Uk limited, fondata dal renziano Davide Serra. Il versamento più generoso del primo semestre dello scorso anno è la Immobiliare Pentapigna con i suoi 150 mila euro.
La versione di Bonifazi
L’attività della Eyu va dall’attività editoriale (rivista trimestrale) a quella per convegni e ricerca spiega Bonifazi. Con la Fondazione Architetti è stato per esempio organizzato un incontro nel 2016 dal titolo “Il lavoro autonomo ai tempi della crisi”, con Federfarma un altro a ottobre dello stesso anno su prospettive e opportunità delle farmacia in Italia.