Pierfrancesco Muriana, ex capo della squadra mobile di Pescara, ha tentato il suicidio. In mattinata era atteso in tribunale per essere interrogato in qualità di indagato.
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Muriana è stato trovato nella sua auto a Francavilla al Mare (Ch). L’uomo era svenuto. Stando alle prime informazioni Muriana ha tentato il suicidio con il gas di scarico della propria auto. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Chieti parrebbe essere fuori pericolo.
Muriana avrebbe dovuto fornire chiarimenti in merito all’indagine per calunnia aperta a suo carico.
Il funzionario era atteso questa mattina in Procura a Pescara per un interrogatorio sulle vicende del disastro dell’Hotel Rigopiano. Muriana è indagato per calunnia nei confronti di carabinieri, ma non si era presentato. Muriana è stato trovato da una pattuglia dei Forestali riverso nella sua autovettura.
Il procuratore aggiunto Anna Rita Mantini e ail sostituto Luca Sciarretta, titolari dell’inchiesta, lo hanno atteso per oltre un’ora insieme ai suoi legali.
“Muriana – hanno detto i suoi avvocati – è indagato sulla base della denuncia presentata dal carabiniere forestale Michele Brunozzi, che era precedentemente finito sotto inchiesta, insieme ad altri due colleghi della forestale, proprio in seguito ad un esposto di Muriana, archiviato alcune settimane fa dal Gip, che aveva chiarito che “non esistono elementi per sostenere l’accusa” e “non vi è elemento alcuno che possa corroborare l’ipotesi dolosa delineata dal denunciante”.
Il filone d’inchiesta
L’indagine su Muriana parte in seguito all’esposto presentato da lui stesso. È la conseguenza della sua informativa contro tre carabinieri forestali che furono accusati di falso materiale e falso ideologico, e poi archiviati, in riferimento alla fase iniziale delle indagini sul disastro dell’Hotel Rigopiano. L’iniziativa dell’ex dirigente della mobile dette luogo a un terzo filone di inchiesta sulla sciagura del resort, risoltosi, però, in un boomerang per il poliziotto. Nell’informativa Muriana accusava i forestali di non aver trasmesso tempestivamente notizie di reato alla Procura che indagava sui 29 morti nel resort abruzzese colpito dalla valanga.