Nel solo 2019 sono stati sottratti al Fisco oltre 2,5 miliardi di Iva. Sono oltre 8 miliardi i sequestrati, o pronti per esserlo. I dati riguardano l’attività del 2019 e dei primi sei mesi del 2020. La lotta all’evasione procede.
Dentro c’è di tutto: evasione fiscale internazionale, frodi, illeciti doganali e traffici illeciti di prodotti petroliferi.
I sequestri per il 2019 hanno riguardato reati in materia di imposte dirette e Iva per un valore di un miliardo di euro. Le proposte di sequestro al vaglio delle Autorità giudiziarie ammontano a oltre 7,8 miliardi di euro.
Sono 1.627 gli schemi messi al vaglio e contestati sul fronte dell’evasione fiscale internazionale. In particolare il contrasto dell’economia sommersa ha rilevato 9.020 soggetti sconosciuti al fisco (evasori totali). Soggetti che hanno evaso oltre 2,5 miliardi di Iva. Verbalizzati oltre 9mila datori di lavoro che hanno impiegato 44.404 lavoratori in nero o irregolari.
Al primo posto l’inchiesta nel campo dell’evasione fiscale internazionale.
L’operazione ha portato alla chiusura di un accertamento con adesione di 1,25 miliardi di euro in capo alla società Gucci. Per le frodi fiscali la Gdf a Como hanno arrestato 34 soggetti responsabili, a vario titolo, di reati tributari, societari e fallimentari. Le indagini che hanno accertato un sistema di frode messo a punto da due professionisti che prevedeva l’emissione di fatture false da parte di cooperative di comodo al fine di consentire l’evasione degli oneri tributari e previdenziali.
I professionisti della bancarotta
A Messina arrestati 16 componenti di un’associazione per delinquere. Tra questi un commercialista e due avvocati, dedita alla commissione dei reati di bancarotta, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, riciclaggio, auto-riciclaggio. Dal 2014 al 2017, i tre professionisti ideavano e realizzavano per la loro clientela operazioni finanziarie e societarie tese a occultare il loro patrimonio ai creditori e al Fisco. A Napoli un gruppo imprenditoriale operante nella fornitura di lavoro temporaneo utilizzava società “cartiere” “dotate” di un credito Iva inesistente mediante false fatturazioni per compensare i debiti delle società del gruppo.