Dunque, anche le macabre esecuzioni dell’autoproclamatosi Stato Islamico sarebbero tutta una messinscena.
Un gruppo di hacker ucraini, Cyber Berkut, definitisi anti-Nato, ha pubblicato il video backstage di un presunto set per finte esecuzioni. Nella scena si vedono chiaramente tutti gli addetti alla produzione: i due attori, cameraman, regista, assistente di studio e tecnico luci.
Stando a quanto dichiarato dagli hacker, il video sarebbe stato prelevato abusivamente da un dispositivo appartenente a un membro dello staff del senatore repubblicano degli Stati Uniti, John McCain, durante un suo viaggio in Ucraina.
“Noi di CyberBerkut abbiamo ricevuto e messo a disposizione il file di enorme interesse per il mondo!” scrivono gli hacker sul loro sito. E aggiungono:”Caro senatore McCain, la prossima volta che effettuate viaggi all’estero, e in particolare sul territorio di Ucraina, Vi consigliamo di non perdere documenti riservati. In uno dei dispositivi dei vostri colleghi, abbiamo trovato un sacco di cose interessanti. E tra queste abbiamo deciso di inserire un video che è di proprietà della comunità internazionale!”.
A stretto giro di posta il senatore americano ha risposto alle accuse:“Un troll russo afferma che io avrei messo in scena un’esecuzione Is. Sono orgoglioso di essere il loro primo avversario”.
Al momento gli hacker fanno sapere che loro non perdonano e non dimenticano:“Continuiamo a essere nelle reti informatiche del Ministero delle Politiche Informazioni dell’Ucraina. Ancora una volta, abbiamo trovato prove che il lavoro di questo reparto è finalizzato esclusivamente a combattere la libertà di parola. Il ministro Yuriy Stets e i suoi propagandisti stanno cercando in tutti i modi di nascondere la verità alla popolazione e alla comunità internazionale, di ingannarli, per giustificare i crimini del regime di Kiev.”
Esisterebbe, quindi, un hard disk con la cartella “MinStetsya” a disposizione delle forze dell’ordine ucraine per identificare i giornalisti coinvolti in “attività di informazione anti-ucraina”. Le informazioni riguardanti media e giornalisti non ‘vicini’ al governo sarebbero racchiuse in notebook, schede di memoria, fotocamere e altri gadget.
Parrebbe che in una lettera, il Vice Ministro delle Politiche Informazioni dell’Ucraina Tatyana Popova“l’elenco non è pubblico” e “non ha vietato la pubblicazione.”
Nella lista degli ‘sgraditi’ a Kiev ci sarebbero i media russi liberali come “Kommersant” e “Vedomosti” e i giganti dell’informazione occidentale: “BBC russo Service” “Voice of America”.
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