Quattro donne baresi e due uomini avevano messo in piedi un giro di prostituzione minorile in b&b di lusso ubicati nelle province di Bari e Bat. Per adescare tre sedicenni, e convincerle a mettersi a disposizione dei clienti che procuravano loro, promettevano di consegnare il 50 per cento dei guadagni, che si aggiravano intorno a diverse centinaia di euro a prestazione.
Escort di lusso minorenni: arrestati un avvocato e un imprenditore. I soldi venivano utilizzati dalle tre studentesse baresi per comprare abiti, borse e scarpe di famose griffe e per cenare in ristoranti molto costosi. Tale sistema è stato scoperto dai poliziotti della Squadra mobile di Bari (guidati da Filippo Portoghese), che hanno eseguito dieci ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip Giuseppe Ronzino, nei confronti di quattro donne e sei uomini.
Un caso che ricorda molto da vicino lo scandalo delle baby squillo dei Parioli.
Le donne (Marilena Lopez, Antonella Albanese, Federica De Vito, Elisabetta Manzari) e due degli uomini (Ruggero Doronzo e Nicola Basile, entrambi baresi di 29 e 25 anni) sono stati portati in carcere con l’accusa di aver indotto, favorito, sfruttato, gestito ed organizzato la prostituzione di tre ragazze minori d’età, traendo un ingente guadagno dalle prestazioni sessuali offerte, a pagamento, ad una pluralità di clienti. Per due clienti (Roberto Urbino e Fabio Carlino, di 42 e 47 anni, un imprenditore e un commerciante) sono scattati gli arresti domiciliari in quanto si ritiene che abbiano consumato rapporti sessuali con le ragazze pur consapevoli della loro minore età. Per un terzo cliente è stato disposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza. La stessa misura cautelare è stata disposta nei confronti di un 45enne barese, gestore di una struttura ricettiva nella quale tollerava l’esercizio abituale della prostituzione.
Le indagini partite dalla denuncia di una mamma
Le indagini sono partite dalla segnalazione della mamma di una delle tre sedicenni. La donna aveva notato i comportamenti strani della figlia e aveva saputo che frequentava una ragazza maggiorenne che presumibilmente era una escort. La scoperta di tale amicizia aveva allarmato la mamma, che si era rivolta alla polizia. Gli agent avevano avviato – sotto il coordinamento del pm Matteo Soave e del procuratore aggiunto Ciro Angelillis e con la consulenza di alcune psicologhe – pedinamenti, appostamenti e una serie di audizioni, comprese quelle delle minori.
Le ragazzine hanno ammesso di essersi prostituite “per denaro”. È stato ipotizzato che una parte del denaro veniva utilizzato per l’acquisto di sostanze stupefacenti. Dalle indagini è emerso che le quattro donne procacciavano i clienti, poi le baby prostitute venivano accompagnate nei b&b di volta in volta individuati e lì le accompagnatrici attendevano che effettuassero le prestazioni sessuali richieste. Erano loro a incassare il denaro dai clienti, consegnando poi alle ragazzine la metà dei guadagni