Quando lo Stato non siamo noi
Direi che sono abbastanza stanca di leggere editoriali su editoriali di grandi giornalisti nazionali, ora al soldo di Fiat, ora di De Benedetti, ora del “compianto” Silvio e ora di Confindustria scrivere fandonie e apocalittiche teorie sulla questione Equitalia. Che questa società di riscossione sia il mandante morale degli omicidi di massa che si stanno consumando in questi mesi in tutta Italia è assodato, ma che i giornalisti siano i mandanti assoluti e dei fantocci di distrazione di massa, proprio sulle questioni che attanagliano il nostro paese, sono in pochi a saperlo. Fortunatamente esiste internet e la coscienza civile italiana, insieme alla cultura, sta risalendo la china. In molti, ad esempio, non hanno creduto all’intellettuale destroide camuffato da professorone di sinistra D’Alema che ha definito Beppe Grillo un incrocio tra il gabibbo e Bossi. Questo è l’effetto di chi passa troppo tempo sulle barche in alto mare! Non voglio parlare di D’Alema perché lui stesso si riesce a far male da solo semplicemente aprendo bocca. Voglio riflettere insieme a voi su una questione che mi sta molto a cuore: Equitalia. Notizia di oggi è che a Napoli e a Milano ci sono stati scontri: nel milanese sono stati aggrediti due ispettori e una busta con polvere pirica è stata recapitata alla sede di Roma di Equitalia. Dunque il popolo degli oppressi si muove, a scoppio ritardato, ma si muove. La gente ormai esasperata, pur di sopravvivere, scende in piazza e prende volentieri le manganellate dalla polizia e dalla Digos che, tra l’altro, è acqua santa rispetto agli esattori di Equitalia. Dopo gli scontri prontamente la super agenzia comandata dal signor Attilio Befera, ovvero mister 456.733 euro l’anno, ha diffuso un comunicato stampa:”è inaccettabile continuare a scaricare irresponsabilmente su Equitalia la colpa di gesti estremi e situazioni drammatiche, che hanno invece origini diverse e lontane e che stanno esplodendo solo oggi a causa della crisi economica. Eventi tragici da non spettacolarizzare, per i quali Equitalia esprime profonda vicinanza alle famiglie coinvolte. Il sensazionalismo alimenta la violenza e sono eventi tragici da non spettacolarizzare; sono facili strumentalizzazioni che sfociano in vere e proprie guerriglie”. Sono stupefatta da queste affermazioni. Intanto chissà se l’addetto stampa mentre scriveva questa nota pensava allo stipendio del suo “capo” e a quanti il suo capo, grazie al suo compenso, sta affamando e mandando all’obitorio. Poi Equitalia che attacca la crisi economica per giustificare le sue malefatte: siamo al ridicolo. L’agenzia di Attilio Befera è stata istituita per combattere l’evasione e recuperare i crediti: punto. Con quali mezzi è sotto gli occhi di tutti quindi è l’ora di finirla con questo ridicolo scarica barile da parte del super manager. La crisi ha portato la fame ed Equitalia ha tolto agli italiani anche quel po’ di acqua e pane che avevano. Peggio dei tedeschi durante la guerra! Ed ora stanno lì a diffondere comunicati stampa per sciacquarsi l’anima e tentare di purificarla. Tra l’altro non vedo sensazionalisti all’opera con il sangue sui denti a buttare benzina sulla società. E, mentre la Digos fa irruzione a casa di imprenditori e la polizia manganella, il transistor umano, la carta di credito fatta persona ovvero Mario Monti si è accorto che qualcosa non va e ha deciso di incontrare i vertici di Equitalia per non si sa fare cosa. Forse veder piangere Befera e mandargli la Fornero ad asciugargli le lacrimucce? Non saprei, ma può darsi. La riflessione che faccio insieme a voi: sarà questa forse la miccia che farà scoppiare la rivoluzione in Italia? Non lo sappiamo ancora, certo è che se scoppiasse domani sarebbe già tardi. Sicuramente i rivoluzionari dovranno tener conto della presa di posizione della Cgil che ha espresso solidarietà ai lavoratori di Equitalia. E ti pareva. Quando c’è da difendere qualche nullafacente il sindacato è sempre presente.”Difenderemo sempre il loro lavoro e la loro dignità contro un clima pericoloso, alimentato da una crisi drammatica, e da una inquietante demagogia sui temi del fisco”, affermano il segretario generale Fisac Cgil, Agostino Megale, e il segretario confederale Cgil, Fabrizio Solari. Certo, i dipendenti pubblici hanno sempre ragione, a prescindere. Mica come i puzzoni e i fascisti-anarchici che non pagano le tasse!
di Lamanda A Dire
http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/213/002_RS/00000001.pdf