L’esattore di Stato costretto a pagare ancora una volta. Con soldi nostri.
E l’ultima è veramente eclatante visto che Equitalia è stata condannata dal Tribunale di Milano per aver messo firme false sulla raccomandata della cartella esattoriale. I giudici, infatti, con sentenza n.7761/2017 del 10/07/2017, hanno condannato Equitalia al pagamento delle spese processuali.
Il fatto è accaduto a un amministratore di una società di Milano, difeso dall’avvocato Matteo Sances, che ha constatato di non aver mai ricevuto due cartelle esattoriali che gli venivano richieste per un ammontare di circa 30mila euro. Di parere opposto, invece, Equitalia secondo il quale le cartelle erano state correttamente notificate in passato, tra il 2011 e 2012, e dunque con un forte aggravio di sanzioni e interessi di mora.
“A seguito della richiesta dell’imprenditore di visionare le prove delle notifiche, sono state consegnate delle ricevute di ritorno le cui firme venivano da subito disconosciute dal contribuente” ha detto l’avvocato Sances al Giornale di Treviglio. “A nulla sono valse le diffide inviate a Equitalia con tanto di perizia calligrafica. A quel punto, non avendo altra alternativa, il contribuente ha agito in giudizio col mio supporto contestando con fermezza le firme apposte sulle ricevute di ritorno delle raccomandate delle cartelle sulle quali veniva indicato “a firma del destinatario” dal postino”.
Dopo le perizie fatte svolgere dai giudici, si è scoperto che le firme sulle raccomandate non appartenevano al destinatario e quindi “deve ritenersi accertato che le sottoscrizioni analizzate non sono riferibili al contribuente, per l’effetto va dichiarata la falsità delle sottoscrizioni apposte sugli avvisi di ricevimento delle raccomandate”.
Equitalia è stata condannata al pagamento delle spese legali e processuali e a quelle per la verifica tecnica e grafologica. Non è stata condannata, invece, Poste Italiane.