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Altro contribuente, altra vittima. Questa volta sotto la scure di Equitalia c’è capitato un benzinaio con la figlia che, nonostante la legge abbia stabilito che non abbiano mai evaso un euro, la macchina da guerra dell’ente riscossore, ancora in vita purtroppo, continua a fare vittime. Questa volta con un bimbo di mezzo di Antonio Del Furbo

“L’agenzia di riscossione mi sta togliendo tutto. Se toccano mia figlia io faccio un casino” ha detto Elio Bertoni mentre porta avanti la protesta davanti la sede dell’ente di Busto Arsizio. Lui, un cinquatottenne disperato, è stato costretto a chiudere l’attività per una presunta evasione di 30mila euro. Poi però il tribunale di Milano, nel 2013, lo ha assolto, con la figlia, ma il danno era fatto. Tutto finito e con tante scuse dello Stato? Manco per niente. Equitalia torna alla carica e batte cassa: pretende 3,2 milioni di euro. E tanto per chiarire le cose l’ente blocca carte di credito, stipendio e assegno di mantenimento per il figlio.

“Equitalia deve ascoltare le mie ragioni, io non devo pagare quella cartella” ha detto Bertoni a Varesenews. Nonostante ci sia una sentenza del giudice del tribunale di Legnano che mi ha assolto perchè il fatto non sussiste – ha aggiunto – da tempo sto cercando di farmi annullare le cartelle esattoriali ma non vengo minimamente preso in considerazione”. L’uomo ha pagato quasi 30mila euro all’epoca a Equitalia ma:”cosa più assurda è che il giudice mi ha detto che sono un pirla”.

Chi si occuperà di Bertoni? Ovviamente nessuno, nemmeno i carabinieri e i poliziotti giunti sul posto durante la protesta con l’unico scopo di assicurarsi che il benzinaio rispettasse la procedura.

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