Equitalia, banche e politici accordati per la distruzione dell’Italia
La notizia è apparsa ieri su qualche organo d’informazione senza aver avuto, secondo noi, il giusto risalto. L’Agi ha scritto:«Non sarà possibile alcun pignoramento, da oggi, sui conti correnti bancari o postali dove vengono versati stipendi e pensioni. Lo chiarisce in una nota interna Equitalia spiegando che “con decorrenza immediata” per i contribuenti lavoratori dipendenti e/o pensionati non si procederà “in prima battuta, a pignoramenti presso Istituti di credito/Poste”. “Tali azioni – si legge nella nota – saranno attivabili solo dopo che sia stato effettuato il pignoramento presso il datore di lavoro e/o l’ente pensionistico e che, in ragione delle trattenute accreditate, il reddito da stipendio/pensione risulti pari o superiore a 5 mila euro mensili». Diciamo che forse è poco ma un primo passo è stato fatto anche se, la strada per l’abolizione di questo scandalo di Stato, è ancora lunga. Secondo un rapporto diffuso da Casapound Italia «L’ 80% di tali incassi proviene da lavoratori dipendenti, pensionati, piccoli e piccolissimi imprenditori e liberi professionisti. Persone con le quali Equitalia cerca di far cassa in tutti i modi, arrivando a iscrivere ipoteche sulle abitazioni dei morosi anche per crediti di importo bassissimo, nonostante la legge 73/2010 esplicitamente lo vieti per cifre inferiori agli 8.000 euro». Non dimentichiamo che Equitalia alle imprese pignora anche beni strumentali e crediti per debiti non pagati. Anziché il tasso di interesse legale, Equitalia applica il tasso medio applicato dalle banche sui prestiti (molto più alto), con la conseguenza che se concede un pagamento rateale del debito gli interessi saranno pesantissimi. Inoltre Equitalia preferisce vessare chi magari ha poco da pagare ma ha qualche bene da farsi pignorare, piuttosto che i veri delinquenti, titolari di fatto di imprese, proprietà immobiliari, barche, aerei, auto di lusso, furbescamente intestati a prestanome, familiari o a società di capitali italiane ed estere.
CARISPAQ SI VANTA È DA NUMERI
La banca aquilana sostiene di aver elargito sull’intero territorio oltre venti milioni di contributi tra il 2007 e il 2012. Ovviamente questo importo ha finanziato sia progetti della Fondazione stessa sia progetti di terzi. E vai con i numeri. Arte, Attività e Beni Culturali: 4.414.222 euro; 5.076.033 euro per Sviluppo Locale; per Ricerca Scientifica e Tecnologica sono stati erogati 1.360.356 euro; 1.710.566 euro sono andati al settore Volontariato, filantropia e beneficenza; 207.361 euro al settore Crescita e formazione giovanile ed infine il settore Salute Pubblica ha visto finanziati progetti per 376.640 euro. Olè.
762 IMPRESE CHIUSE: LE CHIACCHIERE STANNO A ZERO
Cancellate in un sol colpo 762 imprese artigiane, cioè quasi il numero totale (825) dell’intero 2012. Questi i dati diffusi da Cna Abruzzo Lo studio di Aldo Ronci su dati di Infocamere, delinea per i primi tre mesi dell’anno questa tendenza sul fronte della micro-impresa: perché la flessione registrata dall’artigianato abruzzese, tra gennaio e marzo, presenta davvero caratteri “epocali”: peggior risultato tra le regioni italiane, peggiore da 14 anni a questa parte, cancellazioni più che doppie rispetto alle iscrizioni. A questa tendenza si legano tutte tutte le attività economiche: dalle imprese di costruzioni, letteralmente “demolite” (-430 nella regione, con il -111 della provincia aquilana che appare incredibile in un territorio martoriato dal terremoto e tuttora oggetto di una mancata ricostruzione) all’industria (-157); dai servizi (-122) alle riparazioni di auto e apparecchi per la casa (-52), fino all’agricoltura (-19).
CODACONS, ITALIANI A CACCIA DI CIBO COME NEL DOPOGUERRA
Mentre Equitalia rastrella tutto il rastrellabile e la banche si tengono il bottino per pagare i propri manager e direttori, gli italiani riducono le spese necessarie come quelle alimentari e mediche. Ecco l’Italia reale di cui non parlano questi quattro incappucciati che occupano le istituzioni pubbliche e private. Gli italiani vivono come nel dopoguerra, a caccia di soldi per poter comperare cibo. Secondo l’Istat sette famiglie su 10 (71%) negli anni della crisi hanno modificato quantità e qualità dei prodotti acquistati, eliminando quasi del tutto le spese per visite mediche, analisi cliniche e radiografie. Piu’ di 6 famiglie su 10 fanno la spesa al discount e nell’ultimo anno tale quota è aumentata di quasi 9%. Secondo il Codacons – dal 2007 ad oggi le famiglie sono state costrette a ridurre persino l’acquisto di cibo in quantita’: -3% nel 2012, -1,8% nel 2011, -0,7% nel 2010, -3,1% nel 2009, -3,3% nel 2008, -1,4% nel 2007. Una fotografia drammatica ed impietosa. alzare le tasse per banche, compagnie petrolifere, speculatori finanziari, andare a caccia degli evasori e abbassare le tasse sul ceto medio, che oggi e’ ormai ceto povero”
IMPRESE ALBERGHIERE AL COLLASSO
Arriva anche la denuncia delle associazioni di categoria del Turismo Abruzzesi – Assoturismo Confesercenti Abruzzo, Federalberghi Confcommercio Abruzzo e Federturismo Confindustria Abruzzo. Nell’ultimo anno – affermano in una nota congiunta – il settore è stato messo a dura prova dall’Imu, che ha debuttato lo scorso anno insieme alla Tassa di Soggiorno (che ha visto in Abruzzo la sottoscrizione di un Protocollo proprio per tutela dei Turista), e ora si aggiunge anche la Tares che secondo le prime stime, con il passaggio dal sistema Tarsu-Tia, comporterà un deciso aumento della tassazione di 30-40 centesimi al metro quadro: un incremento stimato di circa il 14% per una famiglia di tre componenti, ma in caso d’adozione dell’aliquota massima puo’ arrivare anche al 19%. Non basta un rinvio della Tares a Luglio. Il settore alberghiero risente della diminuita capacità di spesa delle famiglie e di una situazione competitiva in cui la variabile prezzo emerge come un fattore determinante per la scelta della destinazione di vacanza. A questo si aggiunge una Legge Finanziaria che non prevede alcuna risorsa a favore del settore e di uno svantaggio fiscale rilevante rispetto ai paesi concorrenti, che è una costante da anni, che rende la situazione ancora più grave.
UN CIARPUME POLITICO CHE MAI RISOLLEVERA’ L’ITALIA
Tutto questo ai nostri politici non interessa molto: migliaia di imprese muoiono ogni giorno senza che il Governo faccia nulla. Hanno bisogno di alimentare i loro bisogni, collocare e corcondarsi di gente inetta e incapace: tutto qui. Il resto non conta in una nazione che ben presto arriverà a stringere la mano alla Grecia. L’italiano morirà ma fa finta di non saperlo.
di Jack Lo Squartatore