Emanuela Orlandi: nuove rivelazioni dall’audizione di Marino Vulpiani
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Nuove rivelazioni sul caso Orlandi: l’ex agente Gangi e il mistero della BMW. La Commissione d’inchiesta cerca ancora la verità.

Un nuovo tassello nel caso Orlandi

La scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta il 22 giugno 1983, continua a essere avvolta nel mistero. Nuovi dettagli emergono dall’audizione di Marino Vulpiani davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta, gettando luce su un episodio finora poco noto. L’ex agente del Sisde, Giulio Gangi, avrebbe chiesto a Vulpiani di accompagnarlo a casa della famiglia Orlandi pochi giorni dopo la sparizione della giovane.

Il racconto di Vulpiani

Vulpiani, convocato dalla commissione per il suo legame con Federica Orlandi, sorella di Emanuela, e la sua amicizia con Gangi, ha rievocato quel giorno. “Ricordo solo la mia 126 bianca e la difficoltà di trovare parcheggio,” ha dichiarato, aggiungendo di non ricordare se fosse effettivamente entrato in casa Orlandi o meno.

Gangi, all’epoca giovane agente dei servizi segreti civili, si era subito impegnato nella ricerca della cittadina vaticana. Il suo legame con la famiglia Orlandi sarebbe stato mediato da Pietro Meneguzzi, cugino di Emanuela e dipendente della Camera dei Deputati. Gangi, morto nel 2022, non aveva mai fornito elementi decisivi sul caso.

L’ipotesi della tratta delle bianche

Secondo Vulpiani, Gangi avanzò l’ipotesi che Emanuela fosse finita vittima della tratta delle bianche, anche se lo stesso Vulpiani riteneva questa idea una semplice supposizione senza fondamento. “Brancolava nel buio,” ha raccontato alla commissione, spiegando che Gangi e il suo partner conducevano indagini senza trovare risultati concreti.

I servizi segreti e il caso Orlandi

Nel corso dell’audizione, Vulpiani ha anche dovuto chiarire il proprio ruolo, smentendo categoricamente di essere stato un agente del Sisde, nonostante alcune ricostruzioni giornalistiche lo avessero indicato come tale. “Non ho mai fatto il militare, sono stato riformato,” ha precisato, aggiungendo che probabilmente la confusione era nata dalla sua frequentazione con Gangi e il suo collega Martocci. Quest’ultimo e Gangi, secondo Vulpiani, erano talmente presenti a casa Orlandi da diventare quasi ingombranti per la famiglia.

Il legame tra Gangi e Monica Meneguzzi

Un elemento interessante del racconto riguarda il rapporto tra Gangi e Monica Meneguzzi, cugina di Emanuela. Secondo Vulpiani, Gangi era infatuato di Monica, che però non ricambiava i suoi sentimenti. Questo legame potrebbe aver spinto l’agente a impegnarsi con particolare fervore nella ricerca di Emanuela, nel tentativo di impressionare la giovane. “Quando lavorava alla Camera dei Deputati presso il segretario di Spadolini, mi diceva che voleva invitare Monica nel suo ufficio,” ha ricordato Vulpiani, suggerendo che le motivazioni di Gangi non fossero esclusivamente professionali.

Il mistero della BMW Touring

Un dettaglio significativo emerso nell’audizione riguarda una BMW Touring segnalata nei pressi della scuola di musica di Sant’Apollinare, luogo da cui Emanuela scomparve. Un vigile urbano, Alfredo Sambuco, avrebbe visto una ragazza somigliante a Emanuela parlare con un uomo ben vestito, stempiato, vicino a un’auto parcheggiata davanti a Palazzo Madama. Gangi, dopo aver raccolto informazioni su questa vettura, sarebbe stato richiamato dai suoi superiori e ammonito per aver indagato su questioni delicate.

Conclusioni

L’audizione di Marino Vulpiani aggiunge nuovi elementi ma lascia ancora molte domande senza risposta. Il legame tra i servizi segreti e la famiglia Orlandi, le indagini di Gangi, il possibile coinvolgimento di figure istituzionali rimangono punti oscuri. La Commissione parlamentare d’inchiesta continua a lavorare per far luce su una delle vicende più enigmatiche della storia italiana, con la speranza di arrivare, dopo decenni, a una verità definitiva.

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