Nel misterioso mondo del Vaticano, anche le comunicazioni più private possono gettare luce su oscuri segreti.
Emanuela Orlandi. Recentemente, il quotidiano Domani ha reso pubbliche conversazioni Whatsapp che rivelano una sconcertante discussione tra ex membri della Commissione bicamerale d’inchiesta sulla scomparsa di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi.
Le chat tra Chaouqui e Balda
Secondo quanto riportato, Francesca Immacolata Chaouqui e monsignor Lucio Vallejo Balda, in questi messaggi, fanno riferimento a una serie di azioni da intraprendere, incluso il pagamento dei “tombaroli” per far sparire delle prove legate al caso Orlandi, insieme ad un enigmatico riferimento al coinvolgimento del Papa.
Pietro Orlandi, fratello ha confermato la veridicità parziale di tali messaggi, aggiungendo che solo alcune pagine si riferiscono al caso di sua sorella.
Il tono delle conversazioni è carico di tensione e preoccupazione, con frasi che suggeriscono un senso di impotenza e frustrazione di fronte alle difficoltà nel fare luce su questa intricata vicenda. Si parla di “perdere la battaglia giornalisti”, lasciando intendere una lotta contro forze oscure e inafferrabili.
Chaouqui, in seguito alla pubblicazione dei messaggi, ha scritto su un social media, affermando di essere legata al segreto di Stato su certe questioni e ribadendo la sua lealtà al Pontefice. Sostiene di non avere conoscenza sulla sorte di Emanuela Orlandi o sulla veridicità della pista che porta a Londra.
Questi scambi, sebbene siano solo una piccola finestra su un universo di segreti, sollevano interrogativi su quanto realmente sia conosciuto all’interno dei palazzi del Vaticano riguardo a uno dei casi più enigmatici della storia italiana.
L’idea che informazioni cruciali possano essere trattenute da alcuni membri della Chiesa, se confermata, getterebbe un’ombra di sospetto su un’istituzione che dovrebbe essere sinonimo di trasparenza e giustizia.
L’attesa di una svolta in questa vicenda continua, mentre il mistero attorno alla scomparsa di Emanuela Orlandi continua ad avvolgere il Vaticano in un’atmosfera di intrighi e dubbi.
Emanuela Orlandi e la consulenza sul telefonista misterioso: “L’Americano è Marco Accetti”
Nel fitto groviglio di mistero che circonda le scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, una nuova svolta sembra profilarsi all’orizzonte. Il “telefonista misterioso”, noto come “L’Americano”, sembra finalmente aver trovato un volto: Marco Accetti. Questa rivelazione è supportata da una perizia fonica che, secondo quanto annunciato dall’avvocato Giancarlo Germani, sarà presto consegnata sia alla giustizia italiana che a quella vaticana.
Chi è Accetti?
Accetti, un fotografo romano precedentemente condannato per l’omicidio colposo e l’omissione di soccorso del piccolo José Garramon, sembra ora emergere come figura centrale in uno dei casi più enigmatici della storia italiana degli ultimi decenni. L’avvocato Germani, che lo rappresenta, insiste sul fatto che il suo cliente non è un mitomane, nonostante sia stato così etichettato dagli inquirenti in passato. Una consulenza fonica condotta tra la voce di Accetti e quella del “telefonista misterioso” ha rilevato una sorprendente compatibilità dell’86%.
Secondo Germani, Accetti avrebbe deciso di farsi avanti dopo così tanti anni per alleggerire la propria coscienza e contribuire a far luce sugli eventi avvenuti. L’avvocato enfatizza l’importanza di prendere sul serio le dichiarazioni del suo cliente, considerando la gravità degli eventi in questione.
Richieste e testimonianze
Intanto, mentre la commissione parlamentare d’inchiesta entra nel vivo dei suoi lavori, sono emerse testimonianze e richieste che gettano ulteriori dubbi su una vicenda già di per sé intricata. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha chiesto di ascoltare Immacolata Chaouqui, coinvolta in precedenti scandali legati al Vaticano. Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella, ha sollevato interrogativi su diverse persone legate alla scomparsa della sorella, tra cui Sonia De Vito, definendola “persona ambigua”.
Orlandi ha anche portato all’attenzione delle autorità tre piste meritevoli di ulteriori approfondimenti: una pista londinese legata a presunte spese sostenute dal Vaticano per Emanuela, un’ulteriore pista relativa a messaggi WhatsApp ricevuti alcuni anni fa e una terza pista che coinvolge figure legate all’ufficio Cosea del Vaticano.
In un’indagine così complessa e sfaccettata, con decenni di misteri e depistaggi, emergerebbe la necessità di un’analisi approfondita e imparziale dei fatti, senza tralasciare nessuna pista o testimonianza. L’audizione dei testimoni e la raccolta di prove potrebbero finalmente gettare luce su una vicenda che ha tormentato le famiglie delle due adolescenti scomparse e la coscienza collettiva del Paese per oltre quattro decenni.