L’ex ministro alla Difesa, Elisabetta Trenta, alla fine ha mollato. Dopo il tentativo di giustificarsi e le minacce di querele alla stampa, ha deciso di lasciare il contestato appartamento.
“Mio marito, pur essendo tutto regolare, e sentendosi in imbarazzo, per salvaguardare la famiglia ha presentato istanza di rinuncia per l’alloggio”. La Trenta ha dato l’annuncio a Radio 24. Sempre riferendosi al marito ha aggiunto: “Il suo è un atto d’amore nei miei confronti”, ha detto.
L’addio
“Lasceremo l’appartamento nel tempo che ci sarà dato per fare un trasloco e mettere a posto la mia vita da un’altra parte. Sono una cittadina come gli altri, chiedo e pretendo rispetto”, ha dichiarato l’ex ministro sfogandosi sulla vicenda che l’ha coinvolta.
Il fatto
L’alloggio di servizio, dopo che il suo ruolo da ministro decadde, passò da lei al marito militare. Un benefit che la Trenta ha sempre rivendicato con forza per via della regolarità delle procedure. Si tratta di un appartamento di 180 metri quadrati in centro a Roma, pagato 540 euro al mese e composto da doppio salone di rappresentanza, quattro camere, due bagni, cucina con terrazza e posto auto nel garage condominiale.
La difesa
“Non ho violato nessuna legge – ha insistito anche oggi – è tutto in regola, mi sono attenuta alle regole. Hanno speculato sulla mia privacy. Forse da ministro – ha aggiunto amareggiata – ho dato fastidio a qualcuno, non lo so, ma non voglio alimentare polemiche, sono una donna di Stato”. Trenta ha poi aggiunto: “Non è una questione di grado, Maggiore, si può essere anche un Sergente: è una questione di incarico. Sono alloggi di incarico, temporanei. Un ufficiale si sposta di solito ogni tre anni, sposta la famiglia, i figli, e la moglie non può lavorare. Si sta lottando contro i privilegio, e io ho fatto tanto. Ma si sta facendo un ‘caso Elisabetta Trenta’ che non esiste. Si sta lasciando passare l’idea che l’ex ministro abbia mantenuto la casa di servizio: è falso. Quell’alloggio è stato assegnato temporaneamente a mio marito. Ci dormo perché sono la moglie”.
L’attacco del Movimento
A puntare il dito contro l’ex ministro proprio Luigi Di Maio che ha definito “non accettabile” la sua permanenza nell’alloggio in via dell’Amba Aradan. “Ho parlato con Di Maio – ha detto stamattina – credo che abbia capito le mie ragioni, poi non lo so che cosa vogliano fare…”.
Il marito
I grillini hanno contestato quell’operazione che ha trasferito l’assegnazione dell’appartamento dall’allora ministra al consorte, maggiore Claudio Passarelli, addetto alla segreteria del generale Nicolò Falsaperna, a sua volta è segretario generale della Difesa.
Il fascicolo della Procura militare
Sulla questione, alla fine, ha messo le mani anche la Procura militare di Roma che ha aperto un fascicolo. “Atto duvuto”, ha spiegato il procuratore militare Antonio Sabino, per “sgomberare ogni dubbio, anche da un punto di vista amministrativo”. Probabilmente anche la magistratura ordinaria potrebbe mettere le mani sul caso.
Elisabetta Trenta, comunque, non ammette la colpa pur facendo un passo indietro. “Vorrei che la stampa avesse un ruolo diverso. La mia colpa è essere una persona per bene”.