Giovedì 20 giugno 2013 è una data destinata a passare alla storia per quanto riguarda la storia della Frentania. “E’ scoppiata la guerra, miei prodi! Andiamo a difendere ciò che è nostro e non permettiamo alla nostra amata Anxanum di subire passivamente l’ennesimo scippo!”.
Giovedì 20 giugno 2013 è una data destinata a passare alla storia per quanto riguarda la storia della Frentania. “E’ scoppiata la guerra, miei prodi! Andiamo a difendere ciò che è nostro e non permettiamo alla nostra amata Anxanum di subire passivamente l’ennesimo scippo!”. Dev’essere stato più o meno questo ciò che ha detto il vicesindaco di Lanciano, Pino Valente, leader maximo della lista Progetto Lanciano, dopo aver visto e sentito quanto accaduto ad Atessa appunto il 20 giugno, in occasione di un consiglio comunale aperto. La pièce è andata in scena (e non poteva esserci, in tal senso, posto migliore) al teatro comunale, e riguardava il nuovo ospedale che – nelle intenzioni – dovrebbe diventare un punto di riferimento per tutto il comprensorio frentano, interessando dunque sia Atessa che Lanciano. Dovrebbe. Stiamo infatti parlando del “famigerato” nosocomio Lanciano-Val di Sangro, che prima ancora di essere costruito è già diventato una polveriera campanilistica. Ma facciamo un passo indietro.
VALENTE: “L’OSPEDALE RESTA DA NOI”. CICCHITTI: “NON PENSO PROPRIO”
E’ il settembre 2011 quando “Super Pino” apre le ostilità. L’ideatore di Frentania Provincia, associazione culturale poi trasformata in lista civica in occasione delle comunali di due anni fa con una metamorfosi denominata “Progetto Lanciano”, è stato da poco nominato vicesindaco di Lanciano e non può perdere l’occasione per difendere, ancora una volta, le ragioni della sua città. E così dichiara di aver appreso con “vero stupore” di una “singolare presa di posizione” del Sindaco di Atessa, Nicola Cicchitti, che vorrebbe delocalizzare l’Ospedale di Lanciano nel proprio territorio. Valente parla di “una proposta surreale che non ha nessun fondamento in quanto la decisione sulla localizzazione dell’ipotetico nuovo nosocomio spetta solo ed esclusivamente all’amministrazione lancianese. L’Ospedale è di Lanciano e resterà a Lanciano. Se ne faccia una ragione il sindaco Cicchitti: Atessa non può pensare di diventare Lanciano!”. Tanto per chiarire le cose in punta di fioretto. Valente chiede di costruire il nuovo ospedale a Lanciano nell’attuale sito puntando sulla specializzazione per quello di Atessa. Cicchitti però non è d’accordo: «Il luogo della realizzazione di un nuovo ospedale comprensoriale deve essere una scelta condivisa da tutti i Comuni interessati e non una prerogativa del Comune di Lanciano. La scelta migliore per la localizzazione del nuovo ospedale è la foce del fiume Sangro a ridosso dell’arteria ferroviaria adriatica, dell’autostrada A14 e della Fondovalle Sangro».
ZAVATTARO: “IL PRESIDIO DI ATESSA VERRA’ SOLO RIORGANIZZATO”
E ora veniamo al consiglio comunale di due giorni fa. Il manager della Asl Francesco Zavattaro ha assicurato che il presidio sanitario atessano «non verrà toccato», parlando piuttosto di una riorganizzazione che dovrebbe coinvolgere questo nosocomio ponendolo nella posizione di ospedale post acuti. Quelli di Progetto Lanciano, però, non si sono fatti infinocchiare e, per bocca del consigliere comunale Giacinto Verna, le hanno cantate ai presenti protestando in maniera decisa e beccandosi anche un rimbrotto («Non è previsto un dibattito: questo è un consiglio comunale aperto, non una riunione»). Sta di fatto che, complici i tagli alla sanità, si rende necessaria la costruzione di un ospedale da 300 posti letto per acuti, che «è la somma dei posti letto presenti a Lanciano e Atessa», ha ricordato Zavattaro. A questo punto dobbiamo tornare da Cicchitti, perchè il primo cittadino lo scorso febbraio ha inviato una lettera al governatore Gianni Chiodi nella quale gli proponeva di realizzare un unico ospedale da 400 posti letto che accorpasse gli attuali presidi di Lanciano, Vasto e Atessa, da realizzare alla foce del fiume Sangro.
“SUPERARE LE LOGICHE CAMPANILISTICHE”
“Per rendere realizzabile il progetto dell’ospedale di comprensorio di cui si è tornato a parlare – scriveva Cicchitti a febbraio – dobbiamo superare le logiche campanilistiche e le affezioni alle strutture storiche che la politica del passato è stata comunque capace di assicurarci, guardando al territorio come area vasta oltre i confini comunali. Occorre un progetto ambizioso che ampli il bacino di utenza attuale anche con quello del Vastese, da realizzare a ridosso della stazione ferroviaria dove c’è spazio sufficiente per parcheggi, eliporti e sviluppo di nuova economia”. Per Cicchitti, inoltre, una scelta del genere permetterebbe facili comunicazioni “grazie alle attuali infrastrutture, Fondovalle Sangro, Ferrovia Adriatica con la sua stazione ancora da valorizzare, la Ferrovia Sangritana e l’autostrada. La Regione, attraverso un’efficiente programmazione, potrebbe predisporre trasporti pubblici integrati con il nuovo presidio ospedaliero e la stazione ferroviaria, che permetterebbe un’implementazione dell’economia del territorio anche dal punto di vista turistico con la costa dei trabocchi e il futuro Campus l’Automotive”. Cicchitti ritiene che i vecchi ospedali non vadano chiusi ma riconvertiti ad altre funzioni (sempre sanitarie), così da continuare a garantire la sopravvivenza delle rispettive economie cittadine. Giovedì scorso, comunque, i sindaci presenti hanno dato ragione a Cicchitti concordando sulla necessità di un ospedale comprensoriale unico da edificare a ridosso dell’area Sangrino-Vastese per “riequilibrare” la richiesta di sanità dell’Abruzzo meridionale e del suo entroterra.
E FORZA NUOVA COSA DICE?
Giusto per non farci mancare niente, riportiamo anche la posizione della sezione atessana di Forza Nuova, che in tempi non sospetti – era l’ottobre 2011 – criticava Cicchitti rimproverandogli di usare la questione come una sorta di spot elettorale (nel 2012 si terranno ad Atessa le amministrative, che riconfermeranno proprio Nicola) a tutto danno di Lanciano. Tradotto: siccome sai che l’ospedale di Atessa verrà chiuso, provi a farti il bello portando a casa tua il loro ospedale. “Attaccare l’amministrazione di Lanciano, con la quale invece dovrebbe collaborare, non è che gettare fumo negli occhi degli elettori atessani in vista delle prossime elezioni – diceva infatti FN più di un anno e mezzo fa – Il sindaco Cicchitti continua a isolarsi dal restante territorio, agendo in modo poco onorevole nei confronti degli altri Comuni, con conseguenze negative per la nostra città. Atessa ha già il suo ospedale in via Gramsci e bisogna difenderlo a tutti i costi. Questa maggioranza, con la proposta del nuovo ospedale in Val di Sangro, vuole chiudere il ‘San Camillo’, tradendo così Atessa”. La proposta “cicchittiana” di ospitare sul suo territorio il nuovo ospedale di Lanciano viene bocciata in toto da Forza Nuova, perchè “i lancianesi difendono l’ospedale “Renzetti” chiedendo che il nuovo venga costruito dov’è adesso e non fuori città. Il sindaco Cicchitti, invece, offre un presunto sito nella zona valliva per ospitare il nuovo ospedale lancianese rinunciando così al ‘San Camillo De Lellis’. Sono scelte. La prima dimostra amore per la propria città, riconoscendo nel complesso sanitario una valenza socio-economica di grande importanza. La seconda dà prova di disaffezione per Atessa. Sembrava logico che si difendesse il nosocomio di Atessa”. E invece no. Chissà perché.
di Vincenzo Pannella