Davide Vannoni, l’inventore del controverso metodo Stamina, si è spento oggi a Torino dopo una lunga malattia.
Scienziato e politico di 53 anni, Davide Vannoni nel 2007 sperimenta personalmente una terapia in Ucraina. La ritiene ottima e decide di importare questa cura alternativa in Italia. La sua idea è che le cellule staminali mesenchimali possano curare diverse malattie, specie quelle neurodegenerative. Il metodo però non è pubblico e la richiesta di brevetto presentata negli Stati Uniti viene respinta. Ciononostante Stamina Foundation da lui fondata, riesce a ottenere il parere favorevole di Aifa e Regione Lombardia come cura compassionevole e gratuita da somministrare presso una struttura pubblica, gli Ospedali Civili di Brescia. Da lì partirà un lungo contenzioso giudiziario.
Il metodo
Vannoni prevedeva l’utilizzo di cellule staminali per trattare patologie neurodegenerative. Per questo era stato coinvolto in diversi procedimenti giudiziari: attualmente era in attesa di giudizio per il processo Stamina bis che era stato trasferito a Roma a seguito di un’eccezione sollevata dai suoi difensori.
Vannoni alle Molinette
A confermare il decesso è stato il suo avvocato Liborio Cataliotti. “Il mio cliente – ha spiegato il legale – era malato da tempo, tanto che in occasione dell’ultimo arresto, quando venne accusato di aver ripreso la pratica del metodo Stamina all’estero, era stato ristretto anziché in carcere nel reparto delle Molinette e poi successivamente, all’esito della perizia sulle sue condizioni di salute, scarcerato”.
“Mi dispiace della sua morte, ma credo che la sua figura non abbia giovato alla reputazione dell’Italia nel campo dei farmaci e della ricerca. Stendiamo un velo pietoso, ora, sulle sue attività cosiddette attività scientifiche”, commenta il farmacologo e fondatore dell’Istituto Mario Negri Silvio Garattini.