In una botta di lucidità politica, il guardasigilli a 5 Stelle ha accusato magistrati e sindacati per le opinioni espresse sulla vicenda della donna in carcere a Rebibbia che ha ucciso i figli.
“In questi giorni – scrive il ministro Bonafede su Facebook – , come avrete potuto notare, non ho proferito parola. Di fronte alla morte di due bambini e alle indagini in corso su questa tragedia l’unica cosa da fare è stare in silenzio e attendere che la magistratura accerti quello che è successo. Ed è proprio per rispetto nei confronti della magistratura e delle persone coinvolte che non ho mai reso noto i dettagli delle ragioni per cui ho preso i provvedimenti di sospensione cautelare. Adesso, pero, basta”.
Lo sfogo del ministro della Giustizia arriva appena qualche giorno dopo la tragedia di Rebibbia.
“A cominciare – continua Bonafede – dai sindacati che hanno difeso la categoria a prescindere dalla conoscenza dei fatti di cui non sanno esattamente nulla. I politici, invece, hanno deciso di parlare e intavolare un vergognoso dibattito sulla legge: in particolare, cosa sarebbe accaduto o meno con un’altra legge. Tutto, ovviamente, senza sapere cosa è accaduto ma non importa: l’uccisione di due bambini appresa da qualche giornale diventa l’occasione per elucubrazioni legislative da sciacalli della strumentalizzazione. Tra di loro ci sono gli stessi che hanno bloccato la loro riforma dell’ordinamento penitenziario sotto elezioni perché era troppo impopolare… ma questo non lo dicono”.
Dunque, la stoccata ai giudici.
“Infine, quelli da cui meno me lo sarei aspettato: i magistrati. Il segretario generale dell’Anm è entrato nel dibattito, discertando sull’ordinamento penitenziario e strumentalizzando politicamente questa tragica vicenda. Ed ecco il paradosso: io, per rispetto dei magistrati e delle indagini, non ho detto nulla. I magistrati invece si. L’Anm evidentemente non è neanche stata in grado di cogliere il rispetto che io ho avuto”.
Bonafede risponde anche a Roberto Saviano, “immancabile ciliegina sulla torta di qualsiasi dibattito possa creare un po’ di clamore”.
“A tutte queste persone, vorrei chiedere: sapete cosa e accaduto? Lo sapete? Sapete cosa è successo martedì scorso a Rebibbia? Prima di commentare la morte di due bambini non sarebbe stato giusto stare in silenzio, mostrare un minimo rispetto per una tale tragedia, e non parlare a tutti i costi solo perché si ricopre un ruolo pubblico?”, domanda il ministro. “Io rispetto l’opinione di tutti. E credo che le critiche più aspre rappresentino uno stimolo fondamentale per chi vuole governare. Ma c’è un limite a tutto! Abbiate rispetto delle indagini della magistratura e, successivamente, dopo avere avuto una minima idea dei fatti, parleremo dell’ordinamento penitenziario, di leggi, di responsabilità e di tutto quello che vorrete”.