Arriva il sì di Mario Draghi. L’ex governatore della Bce ha accettato l’incarico di formare un governo con riserva.
L’ex presidente della Bce è arrivato intorno alle 11.55 al Quirinale ed è rimasto a colloquio con il capo dello Stato per un’ora.
Draghi al Quirinale e il colloquio con Mattarella
Sergio Mattarella ieri sera aveva annunciato che intende affidargli l’incarico di “formare un governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili“.
Crisi di governo: Sergio Mattarella convoca Mario Draghi
Il colloquio privato tra il capo dello Stato e l’ex presidente della Bce è durato circa un’ora. Fallito il mandato esplorativo di Roberto Fico, ora si prova la strada di un esecutivo istituzionale. E i partiti dovranno decidere se appoggiarlo o meno in Parlamento. Per le forze politiche oggi sarà una giornata di vertici e riunioni: prima il centrodestra, poi i 5 stelle e pure il Pd.
I partiti
La disponibilità a collaborare l’ha dato il Partito democratico. I 5 stelle hanno invece detto che “non lo voteranno”, ma la discussione all’interno è aperta. Disponibile Forza Italia, mentre Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno preso tempo pur lasciando intendere la possibilità di apertura.
Un primo effetto la notizia dell’incarico a Draghi lo ha avuto: ha fatto aprire le borse in rialzo e lo spread è sceso a 105 punti base.
Draghi accetta l’incarico
“Ringrazio il presidente della Repubblica per la fiducia che mi ha voluto accordare. E’ un momento difficile. La consapevolezza dell’emergenza richiede risposte all’altezza della situazione e con questa speranza che rispondo all’appello”, ha esordito Draghi.
“Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani, rilanciare il Paese sono le sfide”. “Abbiamo a disposizione le risorse straordinarie dell’Ue, abbiamo la possibilità” di operare “con uno sguardo attento alle future generazioni e alla coesione sociale”. “Sono fiducioso che dal confronto con i partiti, con i gruppi parlamentari e le forze sociali emerga unità e capacità di dare una risposta responsabile”.
Salvini apre a Draghi
Il centrodestra è in riunione per un nuovo vertice e al termine ci si aspetta che verrà diffusa una posizione unitaria. Anche se all’interno della coalizione le sensibilità sono molto diverse. In mattinata intanto ha parlato il leader del Carroccio: “Si apre una nuova fase. Non abbiamo pregiudizi nei confronti di Draghi. Vogliamo parlare di taglio di tasse e apertura dei cantieri con la prospettiva del voto. Voterà mezza Europa e lo faranno tante città italiane per cui la democrazia non può essere sospesa in questi mesi. Ma non sprechiamoli”. Al vertice – oltre a Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini, hanno partecipato anche Giovanni Toti (Cambiamo), Maurizio Lupi (Noi per l’Italia) e Antonio De Poli (Udc).
Il M5S e la possibile apertura a Draghi
È in corso un’assemblea congiunta dei parlamentari 5 stelle per decidere la linea da tenere sul governo Draghi. Ieri sera si sono già espressi alcuni big come Vito Crimi e il sottosegretario Riccardo Fraccaro che hanno annunciato “il Movimento non voterà” per l’esecutivo del presidente. La discussione però rimane aperta. E in mattinata a parlare è stato il deputato M5s Giorgio Trizzino, ritenuto molto vicino a Mattarella e nei giorni scorsi rilanciato anche da Beppe Grillo. “Non credo che il M5s possa sottrarsi all’appello alla responsabilità che è stato rivolto dal capo dello Stato”, ha scritto su Facebook. “A tutte le forze politiche per fare fronte comune e compatto nel momento più difficile per il Paese dal dopoguerra. Sarebbe da irresponsabili e noi non lo siamo mai stati. Il M5s deve contribuire alla formazione del governo con propri ministri“.