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Dossier e segreti: la rete di spionaggio che colpisce politica e istituzioni

Dossier e segreti: la rete di spionaggio che colpisce politica e istituzioni

Nell’elenco delle persone sotto controllo dalla centrale di spionaggio clandestina appaiono nomi di peso: dall'ex premier Renzi al presidente del Senato Ignazio La Russa, passando per Letizia Moratti, ex sindaca di Milano, e numerosi imprenditori e artisti.

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«Incredibile, vogliono fare un’indagine anche su Matteo Renzi!» sbotta Carmine Gallo, l’ex poliziotto ora agli arresti domiciliari, sorpreso dalle richieste di Enrico Pazzali.

Dossier e segreti: la rete di spionaggio che colpisce politica e istituzioni. Nell’elenco delle persone sotto controllo dalla centrale di spionaggio clandestina appaiono nomi di peso: dall’ex premier Renzi al presidente del Senato Ignazio La Russa, passando per Letizia Moratti, ex sindaca di Milano, e numerosi imprenditori e artisti. Un gruppo considerato «altamente pericoloso» dalla Procura di Milano, capace di tenere sotto scacco cittadini e istituzioni attraverso un “dossieraggio abusivo” che raccoglieva informazioni riservate sui target classificandoli con un sistema a “semaforo”: rosso, giallo o verde, in base alla rilevanza delle loro vicende giudiziarie.

Spionaggio mirato e segreti di Stato

In una conversazione intercettata, Nunzio Calamucci, uno dei membri del gruppo, riflette sulla gravità di catalogare Renzi: «Metti che gli mettiamo rosso… quello è ancora sotto trattativa per una condanna», dice, lasciando intendere i rischi di un coinvolgimento così delicato. Gallo, consapevole delle possibili conseguenze, teme le reazioni degli organi di sicurezza: «Questi ci mandano la Finanza, i Servizi e i contro-Servizi!».

In primavera, precisamente il 19 maggio, Pazzali torna alla sede di via Pattari per discutere il miglioramento di “Beyond,” un software progettato per gestire l’immensa mole di dati raccolti. Durante l’incontro, chiede anche di aggiungere un nuovo dossier, questa volta mirato su Ignazio La Russa, l’attuale presidente del Senato, arrivando persino a includere i figli Geronimo e Leonardo nella lista di sorveglianza. L’obiettivo? Scovare informazioni compromettenti su esponenti politici e le loro famiglie per alimentare la banca dati illegale.

Guerra interna e rivalità politiche

Pazzali, figura di rilievo come presidente della Fondazione Fiera Milano, sembra avere anche obiettivi personali. Nutre infatti forti risentimenti verso un manager della Fondazione, sostenendo che questi possa essere sostenuto da figure di spicco come Matteo Salvini, Daniela Santanché e lo stesso Renzi. Nelle intercettazioni, Pazzali si rivela intenzionato a ottenere informazioni compromettenti sul rivale, dichiarando di voler «mettere un po’ di zizzania».

Un’altra figura nel mirino dell’agenzia è Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio e vicepresidente della Fondazione. Gallo, cercando di aiutare Pazzali, promette di recuperare una sentenza rilevante per screditare Sangalli: «Forse riesco a ottenere la sentenza su Carletto… tutti i giorni è in carica e prende una barca di soldi».

Politica e dossier: il caso Moratti

Uno dei principali obiettivi dell’organizzazione sembra essere anche Letizia Moratti. Alla fine del 2022, Pazzali concentra le sue attenzioni sull’ex sindaca, annunciata sfidante di Attilio Fontana per la presidenza della Regione Lombardia. Alla ricerca di elementi compromettenti, chiede ai collaboratori di esaminare i membri di “Lombardia migliore”, il comitato di sostegno di Moratti. Tra i nomi analizzati spuntano l’ex consigliere regionale Marco Tizzoni e il politico Tiziano Mariani, nel tentativo di minare la credibilità della candidatura di Moratti e favorire Fontana. Nonostante il lavoro dei dossieratori, sarà proprio quest’ultimo a prevalere.

Un pericolo per la democrazia

La portata dell’inchiesta dimostra come un sistema complesso e sofisticato fosse messo in campo per manipolare informazioni riservate, creare dossier e minare la reputazione di figure di spicco. Il quadro emerso dalle indagini evidenzia una minaccia che, come sottolinea la Procura, è un serio rischio per la democrazia e l’autonomia delle istituzioni.

Il giudice che chiedeva favori alla rete di spionaggio Equalize

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