I radical chic della sinistra, quelli per intenderci che con una mano hanno tenuto il pugno chiuso e con l’altra si sono accaparrati posti in consigli d’amministrazione, hanno ammainato bandiera bianca e si sono dati al gossip.
Quindi dopo il Fatto che ieri ha rivelato i nomi delle App per trovare partner, tra qualche giorno, esattamente il 24 luglio, MicroMega, “rivista italiana di cultura, politica,scienza e filosofia”, sfiderà i diretti concorrenti di casa Gomez con un approfondimento da leccarsi le orecchie:“Le pornostar internazionali Rocco Siffredi e Valentina Nappi sul nuovo MicroMega”. Ari-slurp!
È bastata una sentenza, a quanto pare, per far crollare un’intera stagione di giustizialismo mixato con giornalismo (?) e sinistra. Sì, pare proprio di sì. Ed ora il filosofo, pubblicista, ricercatore universitario e direttore di MicroMega, Paolo Flores d’Arcais, che farà? Proprio lui, l’autore che ha più volte dichiarato di avere come fari ispiratori due filosofi del calibro di Albert Camus e Hannah Arendt come concilierà il suo ruolo di responsabile con le argomentazioni, tutt’altro che filosofiche, di Siffredi?
“Ma è possibile un porno al femminile? Esiste qualcosa come uno sguardo ‘femminile’ sul porno?” si chiedono incuriositi i filosofi della rivista. E a tali argomentazioni non possono che far rispondere Rocco Siffredi e la la regista Roberta Torre, componente del collettivo ‘Le ragazze del porno’ che rivendicano non solo il diritto per le donne di consumare liberamente e senza tabù la pornografia, ma soprattutto quello di diventare autrici e registe in prima persona di film porno”.
E, come se non bastasse, ci sarà anche il contributo filosofico di Maria Latella che rivolgerà domande pungenti alla pornostar Valentina Nappi sul “controverso rapporto tra l’uso del proprio corpo, il sesso, la libertà e la mercificazione”.
Chissà in quanti riusciranno ad attendere la pubblicazione dell’approfondimento, rigorosamente filosofico, senza morire prima. In tanti vorranno comprendere il punto di vista di Latella che è per un sesso “che va coltivato nel mistero” e quello della Nappi che è per la filosofia molto ‘Steve Jobs’ per cui “il sesso deve diventare un’attività semplice e alla portata di tutti come bere un bicchier d’acqua”.
Ma della rivoluzione sessuale non si era già parlato nel 1968? E non era stata compiuta? Vuoi vedere che tale rivoluzione è servita solo per sistemare a suon di ‘Avanti popolo alla riscossa’ qualche figlio di papà nei luoghi chiave?
E dopo 40 anni, ad anarchici e comunisti veri, stanno ancora raccontando che la sinistra deve fare la rivoluzione. Sì, con i radicalchicchissimi.
ZdO