Dino Giarrusso si sente un martire e querela tutti. Spunta la tv da 9,7 mln
Spread the love

L’europarlamentare Dino Giarrusso non l’ha presa la vicenda che lo sta coinvolgendo e sui suoi profili Social si è paragonato persino a Falcone e Borsellino.

Un martire diffamato con metodo mafioso che annuncia una querela nei confronti di Repubblica. A quanto pare Giarrusso si sente all’angolo e non sa che pesci prendere per tentare la sua ridicola difesa. Giarrusso parla di “killeraggio, insinuazione folle, diffamazione purissima”. Una stampa strumento delle “persone più squallide della terra, delle mafie, delle dittature, delle peggiori espressioni della storia umana”.

I fatti

Il livello a cui è sceso Giarrusso nell’attaccare la stampa è inqualificabile. I fatti, però, ci sono. Intanto sul tavolo dei probiviri dei 5 Stelle, chiamati a esaminare il caso dei contributi delle lobby ricevuti dall’eurodeputato Dino Giarrusso, finisce un appalto da 9,7 milioni per la realizzazione di una tv scientifica. Si tratta della vicenda riferita alla High Science tv, un canale di divulgazione realizzata con i fondi del Cipe. Grazie a questa somma, il Consiglio nazionale delle ricerche ha deciso di farla realizzare a una sua partecipata, la Cnccs, che vede come azionista di maggioranza l’Irbm di Pomezia, un’eccellenza nel campo della ricerca. Ai vertici di entrambe  le società c’è Piero Di Lorenzo.

Lobby e potere: i finanziatori di Dino Giarrusso e del M5S

La convenzione che prevede questo affidamento, già finanziato e approvato una prima volta nel 2016, viene sottoposta all’esame del Cda del Cnr l’11 settembre 2018. È il periodo in cui Giarrusso lavora al fianco dell’allora sottosegretario al Miur, Lorenzo Fioravanti, che fra le sue deleghe ottiene pure “la promozione della cultura scientifica”. Ci si chiede, dunque, se in questa storia ci sia stato un ruolo attivo dell’attuale europarlamentare, in considerazione del fatto che due dei tre contributi ricevuti successivamente da Giarrusso, alla vigilia della campagna elettorale del 2019, provengono da persone vicine a Di Lorenzo. Una è la moglie del presidente dell’Irbm, Carmela Vitter (che dona 4.800 euro), l’altra è Ezia Ferrucci (4.700 euro), socia della Bdl lobbying, azienda fondata da Di Lorenzo stesso. Ferrucci è anche direttore editoriale di High Science Tv.

Le polemiche per la realizzazione della tv

I revisori dei conti del Cnr e il consigliere di amministrazione Vito Mocella all’epoca mossero dubbi sull’opportunità di affidare a un consorzio di natura privatistica il progetto, chiedendo e ottenendo un parere dell’Anac.

Infatti l’Anticorruzione bastonò il Consiglio Nazionale delle Ricerche per la decisione di realizzare la tv scientifica. Un’iniziativa meritoria, peccato però, che ad avviso dell’Anticorruzione, fu portata avanti senza rispettare la legge in materia di gare pubbliche. Fu proprio la presenza della Irbm Science Park, all’interno del Consorzio, ad aver determinato la bocciatura da parte di Cantone. Perché la decisione con cui due enti pubblici hanno scelto di far realizzare la tv della scienza ad un consorzio dove il partner privato (la Irbm) è stato scelto senza fare una gara pubblica, non rispetta la legge. O per dirla con le parole dell’Anticorruzione: “le modalità di costituzione della società consortile CNCCS non appaiono coerenti con le previsioni del combinato disposto dell’art. 5, comma 9, del d.lgs. 50/2016 con l’art. 7, comma 5, del d.lgs. 175/2016 e già dell’art. 1, comma 2, del d.lgs. 163/2006, nonché con l’avviso espresso dall’Autorità in materia”.

La ricostruzione di Di Lorenzo

“Ho contribuito volentieri a sostenere la candidatura di Giarrusso, nel quadro di un’attività di lobbyng che solo gli ignoranti possono contestare. La lobby è uno dei pilastri della democrazia. Puntare su una persona onesta e capace per rappresentare in sede parlamentare alcuni legittimi interessi, in questo caso quelli della ricerca, è una pratica comune in molti Paesi democratici. Con questo spirito ho finanziato anche la fondazione Open (che fa capo a Matteo Renzi, ndr) come il comitato del Movimento 5 Stelle nel 2018, sempre nel pieno rispetto della legge.” Questa la versione di Di Lorenzo che, a quanto pare, è diversa da quella del parlamentare a 5 stelle.

“Dino Giarrusso – dice Di Lorenzo – l’ho conosciuto e apprezzato quando faceva il giornalista. Nel periodo in cui lavorava al ministero l’ho visto solo una volta, per una visita di cortesia. Nè lui nè il sottosegretario Fioramonti avevano il minimo potere di incidere sulle decisioni che riguardavano la tv scientifica”. Il presidente di Irbm si sofferma poi proprio sulla creazione di High Science Tv: “L’Anac ha confermato che, per scopi di interesse pubblico come la divulgazione scientifica, la convenzione che prevede l’affidamento diretto del progetto al consorzio Cnccs è legittima, con il solo obbligo di procedere con evidenza pubblica per acquistare beni e servizi”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segnalaci la tua notizia