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Torna a parlare l’ex governatore della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco. Questa volta però non delle sue vicende ma delle questioni politiche nazionali, legate all’articolo 18 e ai conseguenti attacchi al premier.

In realtà il co-fondatore del Pd traccia, in un’intervista rilasciata a Tempi, una linea retta tra passato e presente della storia repubblicana. Del Turco avvicina due epoche apparentemente distanti. E lo fa riportando all’attenzione pubblica una figura come quella di Bettino Craxi che, ancora oggi, per la sinistra ‘benpensante’, rappresenta il capo di una combriccola di truffatori. Lui, quel presidente del Consiglio che nel 1992, davanti ad un Parlamento ammutolito, invitò tutti gli onorevoli ad alzarsi in piedi e a dichiarare di non aver mai preso finanziamenti illeciti per i partiti. Quel Craxi che ricordò dei soldi versati dai sovietici al Pci e della presenza paramilitare del Kgb in Italia. 

Del Turco definisce Craxi un eversivo per quei tempi. Nel 1985 alla vigilia del referendum per l’abrogazione del taglio della scala mobile, ci fu un aspro confronto a sinistra. Il Partito Socialista condusse una battaglia contrastando i sindacati e l’ala dura del Pci. Alla fine i socialisti la spuntarono e riconsegnarono l’Italia con un’inflazione abbassata e una notevole crescita del Pil. Una battaglia che all’epoca del Turco combattè all’interno della Cgil come segretario aggiunto di Luciano Lama.

Penso che quello che accade dentro il Pd sia un film già visto” afferma Del Turco al quotidiano Tempi. Ma lui stesso scorge una differenza:”Il referendum sulla scala mobile resta il fatto più clamoroso della storia sindacale degli ultimi 30 anni”. Per Del Turco fu pregevole l’impegno di Berlinguer che “riuscì a mantenere il partito compatto contro la riforma, nonostante la prudenza di uomini come Giorgio Napolitano o dello stesso Lama (che comunque firmarono contro Craxi)”. Oggi per Del Turco accade una cosa particolare invece:”la maggioranza del Pd, così come dei suoi elettori, mi pare, è convinta che Renzi stia facendo bene, il problema sono la minoranza dem e la Cgil”.

Dunque sarebbe nata un’alleanza tra Cgil e minoranza Pd per combattere contro la dirigenza del Partito. Una Cgil che tarda a rinnovarsi nonostante al suo interno in molti auspicherebbero, secondo Del Turco, l’uscita di scena della Camusso.

Quello che sta facendo Renzi è considerato eversivo non tanto in tema di politiche del lavoro, ma dal punto di vista politico” aggiunge ancora Del Turco. Craxi dovette combattere contro l’atteggiamento di De Mita che “lavorò a favore del sì all’abrogazione del taglio” della scala mobile perché preoccupato di una eventuale fine politica di Craxi nel caso di vincita della linea di Berlinguer. “Ci vuole ‘ben altro’, dicono, per rilanciare l’economia. Il solito benaltrismo che ha tenuto insieme la cultura del Pci, della Dc e anche di una parte del Pd. Oggi credo che la minoranza dem stia facendo come De Mita con Craxi nell’85″ afferma ancora Del Turco.

Insomma per Del Turco le minoranze lavorano per far cadere Renzi e non perché interessati veramente all’articolo 18. E, sempre secondo l’ex sindacalista, Renzi ha due messaggi chiari:”non voglio che siano i giudici a decidere le liste elettorali e non voglio che i giudici decidano anche sui licenziamenti”.

Dunque per Del Turco la fine di Renzi non è vicina ma nemmeno tanto lontana visto che i poteri forti lo hanno messo nel mirino:”La vicenda del padre è solo un inizio” afferma. Della Valle sarebbe l’alleato dei ‘destabilizzatori’ perché non avrebbe avuto il solito aiutino politico per Italo.

ZdO

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