La guerra in Ucraina, con il pesante clima di incertezza e dell’inflazione in crescita, ha interferito nel quadro economico del nostro Paese che si mostra in grave peggioramento. Soprattutto nelle ultime settimane.
Un problema che non ha più una natura transitoria
L’ICC (Indicatore Consumi di Confcommercio) confrontato con febbraio 2021 registra una variazione positiva del 5,1%. Frutto di una crescita del 27,7% per i servizi e di un calo dello 0,8% per i beni. Rispetto allo stesso mese del 2020 la domanda, nel complesso, è ancora inferiore del 10,2% e per molti servizi la distanza percentuale è ancora molto elevata, con tempi di recupero spostati al 2023.
A marzo il PIL ha rallentato ancora, fino a toccare un -1,7%. Nel confronto annuo la crescita si dovrebbe attestare all’1,3%, segnando un netto ridimensionamento rispetto ai periodi precedenti. Nella media del primo trimestre il PIL è stimato in calo del 2,4% congiunturale, dato che porterebbe ad una crescita su base annua del 3,3%.
Continua a crescere l’inflazione. A marzo la variazione dei prezzi al consumo dello 0,6% su febbraio dovrebbe portare ad un incremento, su base annua, del 6,1%.
Guardando ai consumi, la stima per il mese di marzo è di una variazione dello 0,6% in termini congiunturali e del 6,1% su base annua. Dunque, il persistere di forti tensioni sui mercati delle materie prime, continua a spingere al rialzo la dinamica dei prezzi, tendenza che, anche se la guerra dovesse finire, permarrebbe almeno fino all’estate.
Ad aumentare per le tasche degli italiani sono in particolare i prodotti energetici, come luce e gas. Ma ad essere colpiti sono anche segmenti come quello alimentare. Per gli italiani è in arrivo un’altra pesantissima stangata, pari a 1.826 euro a famiglia, avverte Confcommercio.
Decreto Energia per aiutare gli italiani
Proprio per questo difficile contesto il Consiglio dei Ministri ha varato un nuovo decreto Energia che interviene per aiutare cittadini e imprese a sostenere i rincari dell’energia, con particolare attenzione alle famiglie più bisognose e alle filiere produttive più esposte.
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In totale, le misure ammontano a 4,4 miliardi di euro, che si aggiungono ai circa 16 miliardi già messi in campo dal governo dalla scorsa estate contro il caro energia. Come abbiamo raccontato il governo ha deciso di tassare una parte degli straordinari profitti che i produttori stanno facendo grazie all’aumento dei costi delle materie prime, e di redistribuire questi soldi alle imprese e alle famiglie in difficoltà.
Il decreto
Nel decreto legge “per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina“ si legge che:
“Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, del Ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco, del Ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, del Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando e del Ministro della salute Roberto Speranza, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina”.
Il provvedimento affronta quindi i seguenti ambiti:
- contenimento dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei carburanti
- misure in tema di prezzi dell’energia
- sostegni alle imprese
- presidi a tutela delle imprese nazionali
- accoglienza umanitaria
Nella sezione dedicata al sostegno alle imprese si legge:
“Rateizzazione delle bollette per i consumi energetici e garanzia SACE. Le imprese con sede in Italia, clienti finali di energia elettrica e di gas naturale, possono richiedere ai propri fornitori la rateizzazione degli importi dovuti per i consumi energetici relativi ai mesi di maggio 2022 e giugno 2022. Il numero massimo di rate mensili non può essere superiore a 24. Per sostenere le specifiche esigenze di liquidità derivanti dai piani di rateizzazione concessi dai fornitori di energia elettrica e gas naturale, SACE S.p.A. rilascia garanzie in favore di banche, di istituzioni finanziarie nazionali e internazionali e di altri soggetti abilitati all’esercizio del credito entro un limite massimo di impegni pari a 9 miliardi di euro e può concedere garanzie, in favore delle imprese di assicurazione, pari al 90% degli indennizzi generati da esposizioni relative ai crediti vantati dai fornitori di energia elettrica e gas naturale”.
Dunque, l’intervento del decreto energia si concentra solo sulle bollette di maggio e giugno 2022. Ovvero quelle più “leggere” dal punto di vista dei consumi energetici. Le bollette “pesanti”, quelle riferibili ai mesi più freddi dell’anno, invece, non beneficeranno degli effetti del decreto energia e andranno pagate in un’unica soluzione.
Ricapitolando.
Le compagnie petrolifere fanno cartello e aumentano senza motivo i prezzi dei carburanti. Dopo quasi un mese si svegliano magistratura e governo. Draghi, per non disturbare i mercati, a chiusura avvenuta delle Borse vara misure per 4,4 miliardi. In che modo? Tassando del 10% i circa 40 miliardi di extraprofitti che il comparto energetico ha realizzato negli ultimi sei mesi rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Il resto delle risorse ce le mette lo Stato: circa 400 milioni di extragettito Iva vanno a tagliare le accise di benzina e diesel fino a fine aprile. In pratica Draghi lascia nelle tasche dei petrolieri 36 miliardi e allo Stato – dunque a noi – fa tagliare le accise della benzina mettendoci le mani in tasca.
E non permette di rateizzare le bollette che hanno messo in ginocchio le imprese. Ma fa di più: invita le imprese a rivolgersi alle banche per pagare i debiti.