Si è svolta mercoledì 10 Aprile l’udienza al Tribunale Amministrativo Regionale de L’Aquila sulla vicenda che vede contrapposti la Regione Abruzzo alla Deco SpA.
Il gruppo Di Zio contesta l’autorizzazione rilasciata alla Poliservice relativa alla messa in esercizio di un impianto mobile di trattamento dei rifiuti sito nel Comune di Sant’Omero. L’impianto, poco più che un camion che trita il rifiuto e lo separa grossolanamente, consentirebbe, secondo i tecnici della Regione, di esportare il “rifiuto” nella Regione Emilia Romagna. La giurisdizione impone, al fine di garantire la tutela ambientale, l’obbligo di prossimità tra la zona di produzione e gli impianti di recupero e di smaltimento. La Deco, in una nota, precisa che è:«proprietaria di un grande sito di trattamento dei rifiuti costato oltre trenta milioni di euro, e che presenta numerosi presidi di tutela ambientale con tecnologie avanzate». La famiglia Di Zio precisa che:«l’Unione Europea ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia, procedura che ha imposto – ad esempio nel Lazio – di commissariare il settore, costringendo il Ministro Clini ad assumere una serie di Decreti in via emergenziale». Secondo il colosso dei rifiuti abruzzesi:«l’emergenza rifiuti non ci sarà mai in Abruzzo, in quanto è una delle poche regioni che gode di piena autonomia di trattamento (ha impianti sufficienti a coprire il fabbisogno), pur in assenza di un termovalorizzatore, che rappresenta il tassello finale per alcuni processi di trasformazione». Oltre ad un miglior trattamento economico la Deco assicurerebbe anche migliore qualità nel trattamento del rifiuto, in particolare alla produzione di polveri e dell’inquinamento delle falde. Il TAR ha quindi disposto la sospensione dell’attività nel sito di Sant’Omero, ordinando alla Regione il riesame dei provvedimenti autorizzativi con lo specifico mandato di accertare che il processo produttivo di Poliservice trasformi davvero il rifiuto in un prodotto “recuperabile”, così come accade nell’impianto della Deco. Il prossimo appuntamento è già fissato a giugno, quando i Giudici si riuniranno nuovamente per tornare sull’argomento, una volta eseguito il riesame.
di Antonio Del Furbo