Matteo Renzi è tornato in Tv. Presenzia a tutte le ore Tg, radio e talk. Il momento è particolare per il leader di Italia viva. Politicamente sorregge un governo destinato a sparire nel vuoto cosmico. Commercialmente è preso dalla promozione del suo nuovo libro dal titolo “La mossa del cavallo”.
E proprio in quel libro il leader di Iv parla anche di giustizia. “Per noi – dice – conta la giustizia, non il giustizialismo”. “Tutto quanto gravita intorno al tema della prescrizione è indicativo di un certo modo di intendere la politica e la comunicazione. E in tal senso Alfonso Bonafede è il simbolo di questo approccio. Ricordo perfettamente il momento in cui lo vidi con indosso la divisa della polizia penitenziaria in occasione dell’arrivo in Italia di Cesare Battisti. L’esposizione del corpo del detenuto in uno show di terza categoria non solo era un atto indecente, ma si accompagnava alla messa in mostra degli agenti di polizia penitenziaria – loro sì potenzialmente esposti a un rischio concreto, solo per poter fare della comunicazione da avanspettacolo – e addirittura al disvelamento video di un agente sotto copertura che avrebbe dovuto, per evidenti ragioni, restare anonimo”, scrive Renzi.
L’ex premier affonda ancora su Bonafede che, come ricorda Il Riformista, lo sfidò a Firenze nel 2009 riportando l’1,8%. “E tuttavia quando Bonafede – racconta Renzi nel libro – elevato alla carica di Guardasigilli dalla cultura giustizialista, ha provato sulla sua pelle l’attacco del giustizialismo, in seguito a una polemica del magistrato simbolo dei Cinque Stelle, Nino Di Matteo, noi non abbiamo avuto dubbi a schierarci in Senato dalla parte del ministro, pronunciando parole chiare contro ogni forma di giustizialismo: ‘Se noi fossimo come lei, caro ministro, lei oggi andrebbe a casa, coperto di ridicolo. Ma per sua fortuna e per fortuna degli italiani noi non siamo come voi. Per noi conta la giustizia, non il giustizialismo'”.
E alla Galleria Borghese che Renzi dà il meglio: “Davigo dice bestialità giuridiche, va ricostruita una civiltà del diritto. Quando la magistratura svolge un ruolo politico, quello è un momento pericoloso per il Paese” dice nel presentare il suo libro. E al Riformista che gli chiede di prescrizione e riforma Csm, assicura: “Daremo battaglia. Ci faremo sentire. Ma il governo deve durare fino al 2023”.