È il diciassettesimo giorno di sciopero della fame. Davide Tutino sta conducendo una protesta “per il ripristino dei diritti umani e costituzionali e per aiutare i cosiddetti vaccinatori ad agire in scienza e coscienza”.
Insieme a Tutino ci sono manifestanti che hanno aderito da tutta Italia. Oggi la protesta dinanzi al Quirinale, sede del Presidente della Repubblica, “che ha avallato la strage di diritto come il Re aveva fatto un secolo prima“.
L’obiettivo di Davide è quello di rimanere fermo di fronte al Palazzo nella lotta nonviolenta chiamata Duran Adam, “l’uomo in piedi”, con una scritta sulla fronte: “FERMATEVI”.
“Nel rispetto delle istituzioni – racconta Davide – mi sono presentato ai nostri fratelli delle forze dell’ordine, prime vittime di queste norme illegittime, ma mi hanno impedito l’accesso alla piazza anche se questa non è una manifestazione. Ho concordato con loro il permesso di transitare per la piazza, senza più la scritta in fronte. Non farò altro, dunque, che girare per la piazza del Quirinale.”
“Lancio anche un appello a tutti i membri della resistenza: non lasciamo mai sola l’onorevole Sara Cunial di fronte a palazzo Montecitorio. Il fatto che le sia impedito di entrare senza green pass non tiene fuori lei, ma l’intero elettorato, l’intero Paese, l’intera Repubblica, fuori da un Parlamento che impone una tessera di fedeltà al governo come condizione per accedere e votare. La resistenza dei deputati e dei senatori all’interno del Parlamento è la resistenza di tutti noi. La resistenza di questa deputata all’esterno del Parlamento è la resistenza di tutti noi”.
Una protesta condivisa anche dal Membro del Parlamento Europeo, Francesca Donato.
Chi è Davide Tutino
Davide Tutino è il professore di filosofia in sciopero della fame contro l’obbligo di green pass e vaccino imposti dal governo. Il professore è stato momentaneamente esonerato dal medico ottenendo un differimento a causa delle sue condizioni di salute. “Io ero andato all’hub vaccinale per sondare se fosse possibile o meno vaccinarsi secondo legge. Ovvero con l’esistenza di una prescrizione medica, che non esiste, e nella possibilità di avere una reale informazione su quello che ci viene inoculato, sul suo reale obiettivo e i suoi reali pericoli. Il mio sciopero della fame ha costretto il medico, al momento dell’anamnesi, a valutarne i pericoli e a decidere per il differimento”.
Il dottore, spiega Tutino, “si è visto così liberato dalla sua funzione burocratica ed è tornato alla sua funzione di medico. Si è ripristinato il rapporto medico paziente, che si era interrotto mettendo fine a millenni di storia della medicina, perché lo Stato si è sostituito al medico”. Tutto questo ha fatto “il piccolo miracolo di aprire un varco in mezzo all’obbligo per coloro che non si vogliono vaccinare – spiega il docente – . Cominciano ad essere tanti quelli che ci seguono, e stiamo cercando di organizzarli, basta scrivere alla mail famedigiustizia resistenzaradicale.org”.
Fino a quanto andare avanti?
Tutino riconosce il fatto che la sua situazione sanitaria potrebbe avere conseguenze a causa del digiuno: “Quello che importa adesso è che questa fame non è mia, è la fame sia di quei 40mila che vengono allontanati dal lavoro per ragioni politiche, sia dei 50 milioni di italiani che sono condannati al totalitarismo che si afferma di giorno in giorno”, dice. E racconta la situazione nel liceo dove lavora dopo la riammissione: “Al momento, da esente, loro devono verificare se io sia nelle condizioni tali da restare in classe e quindi bisognerà attendere che il medico del lavoro mi dichiari idoneo a stare in classe. Quando tornerò ricomincerò dove eravamo rimasti, alla disobbedienza di Socrate”.
“Andrò avanti fino a che ce n’è bisogno. Fino al momento in cui questo digiuno non avrà creato le condizioni per cui la disobbedienza e la non violenza si affermino come lo strumento che può salvare sia i perseguitati da questo regime, sia i persecutori. Liberando questi ultimi dall’odioso ruolo di carnefici che li imprigiona”.