Qualche sera fa Davide Casaleggio arriva a Roma. Ha una serie di appuntamenti. La prima in agenda, forse quella più importante, è a Palazzo Chigi per parlare con il premier Giuseppe Conte. Casaleggio jr non è solo l’erede del co-fondatore del M5S. È socio della piattaforma Rousseau e un personaggio che all’interno del Movimento battaglia contro l’asse Beppe Grillo-Giuseppe Conte.
E proprio nelle mani del premier ha consegnato quel testamento identitario lasciato da Gianroberto Casaleggio per M5s: democrazia diretta, beni comuni e soprattutto niente alleanze. Conte lo riceve. Parlano per un paio d’ore. I rapporti di forza sono mutati. Tanto che i parlamentari reagiscono in malo modo:
“A che titolo va a parlare da Conte?”.
A Casaleggio hanno voltato le spalle quasi tutti nei gruppi parlamentari. Tant’è che in molti non versano più da mesi il contributo alla piattaforma Rousseau. Ma un timore gli onorevoli e senatori ce l’hanno: Casaleggio ha in mente di rompere con il Pd. Il tema è politico: Casaleggio inizia il suo cammino parlando di elezioni regionali. Il presidente del Consiglio nei giorni scorsi aveva espresso la necessità di un’alleanza Pd-M5s anche sui territori. Una strategia che è piaciuta a Grillo ma non a Casaleggio che, appunto, ribadisce che il Movimento deve andare da solo alle elezioni regionali di settembre. Conte, nelle ore successive, ha corretto il tiro, chiarendo di non interferire o “forzare la mano” sulle regionali.
Commissione d’inchiesta sui partiti: dopo l’inchiesta su Open il governo la autorizzi anche sulla Casaleggio
La cena a Testaccio
La sera prima dell’incontro con Conte, Casaleggio ha cenato in un locale di Testaccio con i pochi fedelissimi che gli rimangano. Si tratta di Alessandro Di Battista, Enrica Sabatini e Pietro Dettori. Anche qui, ufficialmente, si è parlato dell’associazione Rousseau e dell’evento web “Villaggio Rousseau” in programma il 25 e 26 luglio. Ma, come riferisce l’Huffington, nella tavolata, insieme a due birre e alle pizze, Dibba si è lamentato: “Conte si sta facendo la sua partita, che non è quella del Movimento. Alle elezioni regionali non possiamo andare con il Pd. Significherebbe negare tutta la nostra storia, i territori si rivoltano contro di noi. Conte non può decidere tutto quello che ci riguarda”.
Casaleggio, il consulente del governo di temi su cui la sua azienda fa business
Il lobbista americano
C’è un altro tema, però, di cui è interessante parlare. Casaleggio è uno potente. Per dirla in termini chiari: un lobbista. Ad essersene accorta l’ex candidata repubblicana al congresso De Anna Lorraine che definisce Casaleggio il “lobbista Huawei” in America. Lorraine si fa anche qualche domanda – lecita a mio giudizio- :
“perché il primo ministro italiano Giuseppe Conte
oggi incontra in privato il principale lobbista di Huawei?”
Sullo sfondo della curiosità della Lorraine non può che esserci la guerra fredda che Cina e Usa si stanno facendo per via della tecnologia 5G del gigante cinese Huawei. Il presunto link tra il figlio del fondatore del M5s e la multinazionale cinese delle telecomunicazioni era stato evocato l’anno scorso, in occasione della presentazione del report della Casaleggio Associati sulle Smart Company.
All’evento, organizzato a Milano il 15 novembre dell’anno scorso,
era presente insieme a Davide Casaleggio anche il Ceo di Huawei Thomas Miao.
La società cooperativa cinese mira a una parte della rete 5G in Italia. All’epoca della manifestazione di Casaleggio sulle Smart Company qualcuno aveva sollevato un possibile conflitto di interesse, in quanto il dossier 5g era seguito anche dal ministro degli Esteri grillino Luigi Di Maio, oltre che dal titolare dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, sempre del M5s. In quei giorni l’ad di Huawei Italia Luigi De Vecchis aveva risposto così a una domanda della giornalista Annalisa Chirico su Casaleggio:
“Il 5g non è caro a Huawei, è importante per il Paese. Huawei è solo una parte del 5g, vale circa un terzo, gli altri due terzi sono altrettanto impegnati nella competizione e tutti e tre facciamo il tifo per una rapida accelerazione della digitalizzazione che vale 10 miliardi di Pil”.
E in questi giorni si è tornato a parlare della partita Huawei, con uno scontro sotterraneo in corso tra il ministro degli Esteri Di Maio che si è deciso a estromettere i cinesi dalla rete e il premier Conte che vuole seguire la linea dell’Europa, tenendo Huawei in corsa.
Lobby Casaleggio: le consulenze a Philip Morris e Moby
“Di Maio e Casaleggio patto di potere”. Il patto svelato da De Falco
di Antonio Del Furbo
antonio.delfurbo@zonedombratv.it