Il governo ha fatto un gran pasticcio sulla vicenda delle scarcerazioni dei boss, ovvero sul dap-gate. Un documento ufficiale chiarisce come il ministero della Giustizia non sia stato all’altezza nel gestire la situazione.
Con una prima circolare, datata 29 Settembre, il Ministero della Giustizia, rivolgendosi alle strutture in cui sono detenuti mafiosi ristretti al 41 bis, ordina che i provvedimenti dei giudici di sorveglianza che accolgono alcune richieste dei mafiosi in regime di 41 bis, “non devono essere impugnate”. Non solo. Il ministero ordina anche che non “si deve fornire documentazione all’avvocatura per impugnarle”.
C’è, poi, una seconda circolare, emanata il 1° ottobre, in cui viene revocato con effetto immediato la prima. In definitiva, il Ministero prima prende una posizione indubbiamente favorevole ai detenuti mafiosi e poi, precipitosamente, fa marcia indietro.
Dunque, sulla gestione del ministero della Giustizia in tema carceri e regime di carcere duro sorge più di un dubbio.
“La prima ordinanza peraltro – spiega il senatore Michele Giarrusso del Gruppo Misto – , è di notevole gravità, perché tendente a paralizzare l’azione dello Stato nel contrasto alle mafie, impedendo e vietando addirittura l’impugnazione di provvedimenti favorevoli ai mafiosi“.
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La cosa certa è che il governo pare non avere una linea comune sull’argomento. “A leggere questi atti -precisa ancora Giarrusso- si percepisce il gravissimo disordine e lo sbandamento in cui versa il Ministero della Giustizia. Risulta evidente che mancano direttive chiare, che manca la guida politica e così il primo che si alza, prova a fare un enorme regalo alle mafie. La prossima settimana presenterò una interrogazione urgente per chiedere spiegazioni di tale assurda vicenda. Chiederò altresì alla Commissione antimafia di occuparsi di questa grave vicenda, convocando in audizione i protagonisti“.
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La prima circolare è stata firmata dal direttore generale, Riccardo Turrini Vita, già presidente di Una Voce Italia giudice della Corte d’Appello del Vaticano. Turrini è figura di rilievo all’interno degli uffici del ministero. La revoca, invece, è firmata dal Capo del Dap, Dino Petralia, e dal vice, Roberto Tartaglia.