Arriva un nuovo taglio di 25 centesimi delle accise sulla benzina. Inoltre ci sarà la proroga di tre mesi del Superbonus, la proroga dei fondi di garanzia per dare liquidità alle imprese. Dunque l’aumento del credito d’imposta per le società energivore e gasivore.
E sempre per la crisi ucraina ci saranno sostegni agli enti locali, almeno 500 milioni per l’accoglienza dei rifugiati e anche le prime risorse per il termovalorizzatore a Roma. Prendono forma i nuovi aiuti a un’economia in forte frenata a causa della guerra. Dovrebbero arrivare con un decreto da almeno 6 miliardi domani o al più tardi venerdì.
Il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, che ieri ha incontrato a Palazzo Chigi il titolare dell’Economia Daniele Franco e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, annuncia un intervento da “diversi miliardi”. L’ipotesi è che il miliardo dei giorni scorsi potrebbe aumentare. Ma non ci sono i soldi per allargare troppo lo spettro delle misure. Tanto che i partiti chiedono di aumentare il prelievo sugli extraprofitti delle aziende produttrici di energia, oggi al 10%. Il ministero dello Sviluppo economico ha proposto un fondo per dare sostegni alle imprese danneggiate dalla crisi ucraina, ma le risorse sono ancora un’incognita. C’è anche il taglio al cuneo fiscale che il Pd caldeggia.
Le misure contro il caro materie prime
Contro il caro materie prime si sta valutando come “assicurare alle stazioni appaltanti fondi integrativi adeguati per avviare le gare con prezzi corretti e attrarre le migliori imprese” e perciò – spiega Giovannini – servono misure “di entità consistente, diversi miliardi”. Non sarebbero i primi, perché c’è già stata una revisione dei prezzari per i bandi del 2022, ma ora per quelli del 2021 c’è bisogno di un nuovo intervento del governo. L’allarme delle aziende è altissimo, ma per l’esecutivo in gioco c’è anche la possibilità di realizzare nei tempi concordati con l’Europa i bandi del Pnrr.
Il caro materiali dovrebbe essere uno dei dossier trattato nel pacchetto di aiuti all’economia per far fronte ai contraccolpi della guerra ucraina. Allo studio del governo ci sono anche una serie di misure per aumentare la produzione di energia nazionale, nell’ambito della corsa alla diversificazione delle fonti per affrancarsi dalla dipendenza dal gas russo. Tra questi accelerazione delle rinnovabili, estrazione di gas dai nostri giacimenti in mare, più carbone. Tutte queste norme dovrebbero entrare in un unico maxi-decreto. C’è allo studio la creazione di un fondo da alcune decine di milioni da destinare agli enti locali che vogliono potenziare l’energia prodotta dai loro sistemi di smaltimento dei rifiuti.
Proroga del Superbonus
Tra le misure più attese ce n’è una non strettamente legata alla crisi ucraina: la proroga al 30 settembre dei termini per accedere al Superbonus al 110% per i proprietari di villette che completino almeno il 30% dei lavori. Si lavora anche sui criteri di calcolo di quel 30%, con l’ipotesi di conteggiare il totale dei lavori e non gli interventi legati al singolo bonus come da interpretazione dell’agenzia delle Entrate.
Credito di imposta contro il caro energia
Altra novità è l’aumento percentuale del credito d’imposta contro il caro energia per le imprese energivore e gasivore che potrebbe salire leggermente dal 20%. Per le gasivore si studia la possibilità di coprire anche il primo trimestre 2022, con effetto retroattivo rispetto alle norme attuali. Per le famiglie dovrebbe essere prorogato il bonus sociale che taglia i costi delle bollette per chi abbia fino a 12mila euro di Isee.
Sostegni a enti locali
Ci saranno sostegni per Comuni, Province e città metropolitane per sostenere i costi in aumento delle loro bollette energetiche. E una voce cospicua dovrebbe essere quella degli aiuti per l’accoglienza ai profughi ucraini, considerato che già oltre 100mila hanno varcato il confine e 70mila hanno chiesto una protezione: lo stanziamento dovrebbe superare i 500 milioni di euro.
Esteso fino al 30 giugno il taglio delle accise
Infine, l’atteso nuovo taglio delle accise sulla benzina, da approvare entro il weekend visto che il precedente scade il 2 maggio. Fino al 30 giugno dovrebbe essere confermato lo sconto da 25 centesimi. Che con l’effetto trascinamento sull’Iva ridurre di 30,5 centesimi al litro i costi di benzina e gasolio. Questa misura dovrebbe autofinanziarsi. Il governo potrebbe coprirla con l’extragettito Iva incassato a marzo, prima che il taglio delle accise abbassasse i prezzi e gli incassi per le casse dello Stato.