Il primo incontro tra delegazioni russe e ucraine si è concluso. Ma il tavolo non si sa dov’è stato allestito.
Di crisi ucraina si è parlato ma del luogo nulla si sa. Sappiamo solo che è molto vicina al confine tra Bielorussia e Ucraina, non lontano dalla centrale di Chernobyl. La sala intorno alle 10:00, ora italiana, è diventata molto frequentata. Le delegazioni hanno preso posto. Da allora solo qualche foto sui social ha dato contezza del colloquio. Il mondo, in quel momento, attendeva ansioso per conoscere il destino del conflitto in Ucraina.
Cos’hanno chiesto le delegazioni
La presenza nella stessa sala di due delegazioni di due Paesi che da giovedì si stanno fronteggiando in una guerra già molto dolorosa, ha avuto un primo significato politico non indifferente. Un canale di dialogo è stato aperto. Il confronto è durato parecchie ore. Kiev alle 15 aveva sapere che era tutto finito, Mosca invece ha detto che sarebbe ripreso. Alle 16:30 è andato in scena il “terzo round”. Evidentemente prima della pausa erano stati già svolti due distinti tempi. La delegazione ucraina avrebbe fatto due precise richieste: cessate il fuoco e ritiro delle truppe. Dall’altra parte del tavolo, Mosca avrebbe insistito su altri due punti già noti: riconoscimento della Crimea e neutralità di Kiev. Su quest’ultimo aspetto il presidente Zelensky aveva aperto nella giornata di venerdì, sul primo invece si è arrivati in Bielorussia con una grande distanza tra le parti.
E probabilmente si è partiti con analoga distanza. Al termine dell’incontro la delegazione di Kiev, prima di ripartire per la capitale ucraina, ha fatto sapere di esaminare la discussione prima di esprimere considerazioni. Sono state cioè annotate le richieste russe e ora la palla passa al presidente Zelensky. Così come da parte di Mosca i delegati hanno potuto rendersi conto della posizione ucraina e il testimone ora orna al Cremlino.
Crisi ucraina: telefonata Putin – Macron
Mentre erano ancora in corso i colloqui in Bielorussia, proprio dal Cremlino Vladimir Putin ha sentito al telefono il presidente francese Emmanuel Macron. Si è trattato del quarto colloquio tra i due in un mese, il primo da quando è iniziata la guerra. Il leader russo ha dichiarato al suo omologo transalpino l’auspicio di passi in avanti del dialogo. Ribadendo, al contempo, le richieste russe relative al riconoscimento della Crimea e alla neutralità dell’Ucraina. Dall’Eliseo hanno fatto sapere che Putin si è impegnato nel risparmiare attacchi alla popolazione civile.
Secondo round nei prossimi giorni
Le delegazioni hanno lasciato la Bielorussia. Non si sono date un appuntamento preciso, ma si sono ripromesse di incontrarsi nuovamente nei prossimi giorni. Cambierà la località: sarà sempre in Bielorussia, ma questa volta al confine con la Polonia. Fumata nera dunque. E a Kiev sono tornate a risuonare le sirene di allarme aereo. Con diverse grandi esplosioni intorno alle 18:40 ora locale a est del centro di Kiev. Il sindaco della città ucraina meridionale di Mykolayiv ha scritto su Facebook, esortando i civili a manifestarsi e a “resistere” poiché una quantità “significativa” di armature russe sarebbe diretta verso di loro.