Un imprenditore di Roseto (Teramo) di 60 anni si è tolto la vita, ieri pomeriggio, impiccandosi nell’azienda di sua proprietà.
Un imprenditore di Roseto (Teramo) di 60 anni si è tolto la vita, ieri pomeriggio, impiccandosi nell’azienda di sua proprietà. Dietro l’estremo gesto si nasconderebbe la crisi economica. Infatti i carabinieri di Roseto hanno rinvenuto un biglietto in cui l’uomo spiegherebbe i motivi del gesto, legati alla congiuntura e ai debiti che nei suoi confronti avevano contratto alcuni clienti. Le difficoltà lo avrebbero provato psicologicamente. La scoperta è stata fatta da un familiare. Il biglietto è stato acquisito dai carabinieri che conducono le indagini.
Report dei suicidi
Tra il 2012 e i primi tre mesi del 2013 il numero di persone che si sono tolte la vita per questioni economiche legate alle questioni aziendali o personali sono 121. Il dato è diffuso dall’Associazione Società Informazione Onlus. In percentuale l’aumento dei suicidi è del 40% rispetto al precedente periodo.
«Colpa dello Stato»
Il silenzio dello Stato su questo tema è assordante. A maggio di quest’anno, Nicola Carrano, di 62 anni, si è impiccato ad Albanella, un paese della provincia di Salerno. L’operaio ha lasciato in biglietto dove ha spiegato i motivi del gesto legato alla mancanza di lavoro. Sui manifesti mortuari la famiglia ha fatto scrivere:«Da parte della famiglia Carrano: tutto questo per colpa dello Stato». L’uomo è stato licenziato dalla ditta di calcestruzzi che stava vivendo un periodo difficile tant’è che poco dopo è fallita. Carrano era specializzato nella guida di betoniere e, nonostante questo, non era riuscito a trovare nessun tipo di lavoro. Campava di piccoli lavori saltuari nel settore edile. Poi l’intervento chirurgico e la progressiva chiusura in se stesso.