Ormai ci siamo, è questione di ore. L’esecutivo – o meglio quel che ne resta – sta per sciogliersi. La crisi di governo è dietro la porta. Il premier Conte si è già avviato lentamente sulla strada del Colle.
Il dato politico, però, è che Giuseppe Conte rimarrà a galla ancora per molto. Infatti è scontato che si andrà verso un Conte ter che traghetterà, molto probabilmente, l’Italia verso il tracollo economico.
Il premier segue la strada indicata da Pd e Cinquestelle per consentire la nascita di un nuovo governo mentre gli ambasciatori giallorossi sono già al lavoro per cercare di mettere insieme la squadra. Un Conte ter che potrebbe vedere la luce già alla fine della prossima settimana, dopo l’approvazione del Recovery plan in Cdm e la sigla del patto di legislatura per arrivare alla scadenza naturale del 2023.
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Il numero massimo di poltrone previsto per legge non dovrebbe aumentare: 65. Nel caso ci fosse l’intenzione di nominare qualche ministro in più rispetto ai 21 attuali, ci sarebbe lo spacchettamento di due o tre dicasteri.
Si vocifera un cambio al Viminale, dove Luciana Lamorgese avrebbe già iniziato a predisporsi per un eventuale trasloco. Le ipotesi più quotate vedrebbero approdare all’Interno il dem Lorenzo Guerini, che a sua volta lascerebbe libera la Difesa per Ettore Rosato con Maria Elena Boschi pronta a prenderne il posto alla vice-presidenza della Camera. Lamorgese, però, potrebbe non uscire dall’orbita del governo, bensì assumere la delega ai Servizi che il premier potrebbe essere costretto a cedere. Delega che l’avvocato vorrebbe affidare a un suo fedelissimo, il segretario generale della Presidenza Roberto Chieppa.
Come sottosegretario alla Presidenza, accanto al grillino Riccardo Fraccaro, dovrebbe arrivare il vicesegretario Andrea Orlando, magari con delega al Recovery.
Il Quirinale ha fatto sapere di non gradire cambiamenti in alcuni ministeri chiave per la gestione dell’emergenza sanitaria ed economico-sociale che il Paese sta attraversando: ossia Salute, Economia, Esteri, insieme ad Interno e Difesa.
Ma questo è solo l’inizio della crisi di governo.