Covid, Pfizer annuncia il vaccino: entro dicembre le prime dosi
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Arrivano buone notizie dal fronte del Covid. Il vaccino messo a punto dall’americana Pfizer e della tedesca BioNTech è efficace al 90%. Il dato è superiore alle aspettative, che arriva dalla conclusione delle sperimentazioni sugli uomini.

Ad annunciarlo il presidente di Pfizer Albert Bourla. Le borse in tutto il mondo hanno reagito in maniera positiva. La notizia rappresenta una boccata d’ossigeno dopo un mese di ottobre che, dal punto di vista dei contagi e delle vittime, è stato il peggiore vissuto dal mondo intero dall’inizio della pandemia.

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Pfizer e BioNTech sono le prime a diffondere i dati conclusivi dei trial (che comunque proseguiranno ancora qualche mese). Ora possono attendere con fiducia l’autorizzazione urgente delle agenzie regolatorie. Il via libera alla messa in commercio potrebbe arrivare, almeno negli Stati Uniti, entro novembre. A stretto giro dovrebbe essere la volta dell’Europa. Pfizer e BioNTech prevedono di poter consegnare 50 milioni di dosi nel mondo entro quest’anno e 1,3 miliardi nel 2021.

Le prime dosi di vaccino anti-covid arriveranno a dicembre

Dosi che non saranno sufficienti per tutti. La Commissione Europea ha concluso con la Big Pharma americana un contratto di pre-acquisto per 200 milioni di dosi, da dividere fra gli stati in base alla popolazione. Il vaccino è adatto alle persone tra i 16 e gli 85 anni. Ne serviranno due dosi, anche se i dati dimostrano una certa efficacia già dopo la prima. Le fiale vanno mantenute a meno 80 gradi fino alla somministrazione. Freezer così potenti, in molte zone anche d’Italia, sono disponibili negli ospedali e nei centri vaccinali più grandi.

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Le prime due fasi dei trial, nel corso dell’estate, avevano misurato la produzione di anticorpi nei volontari. La fase tre, la più lunga, è servita per calcolare l’efficacia. A metà dei volontari è stato iniettato il vaccino. All’altra metà un placebo. Poi è stato calcolato quanti infetti si sono registrati in ciascun gruppo. La differenza è il dato sull’efficacia. In tutto, in entrambi i bracci della sperimentazione, i contagiati sono stati 94. Non è noto quanti in ciascun gruppo, ma il rapporto dovrebbe appunto essere di uno a nove. 

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La Food and Drug Administration negli Usa e l’Organizzazione mondiale della sanità avevano dato disponibilità ad approvare solo vaccini efficaci al 50%. Né, durante le sperimentazioni, si sono verificati eventi avversi sui volontari, a parte in alcuni pochi gradi di febbre. La riduzione del 90% dei casi annunciata dall’azienda, però, riguarda la malattia con sintomi. Resta da chiarire se il vaccino riesce a impedire l’ingresso del virus nell’organismo o si limita a mitigare la malattia. In quest’ultimo caso, c’è il rischio che le persone vaccinate possano restare contagiose.

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Ora i risultati di Pfizer e BioNTech dovranno essere diffusi nei dettagli, con i dati sulla sicurezza sui 45mila volontari testati, e pubblicati su una rivista scientifica. L’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, ha già iniziato la sua valutazione a ottobre. La porterà avanti nei tempi più rapidi possibili. Entro dicembre sono attesi anche i dati di altri due vaccini: AstraZeneca con Oxford e della biotech americana Moderna. A dicembre dovrebbe finire la sperimentazione anche Johnson&Johnson.

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