Negati i domiciliari a Cesare Battisti. I magistrati di sorveglianza di Cagliari hanno respinto l’istanza presentata il 10 maggio dal legale di Battisti, l’avvocato Davide Steccanella, in cui chiedeva i domiciliari per il suo assistito affetto da un’epatite B al polmone. La Direzione delle Carceri ha trovato una soluzione interna alla prigione e quindi Battisti non fruirà di alcuna misura alternativa.
Battisti sta scontando la sua pena nel carcere di Oristano dal gennaio del 2019 quando è stato arrestato in Bolivia dopo 40 anni di latitanza. Battisti è fuggito in Francia e poi in Sud America e Brasile. La giustizia italiana lo ha condannato per 4 omicidi compiuti quando era il leader del Pac, i Proletari armati per il comunismo. Due mesi dopo l’arresto lo stesso Battisti ha ammesso di essere colpevole durante gli interrogatori con il pm di Milano Alberto Nobili. “È stata una guerra giusta, ma adesso chiedo scusa alle vittime. Io allora credevo, come tanti altri, nella guerra civile e nell’insurrezione armata contro lo Stato” ha affermato l’ex terrorista.
Cesare Battisti e il movente ideologico
“Io non sono un killer” ma un uomo animato da un “movente ideologico”. Così si difendeva Cesare Battisti durante l’interrogatorio reso nel carcere di Oristano davanti al pm di Milano Alberto Nobili. “Voglio precisare che lei mi ha parlato di freddezza – disse al giudice – che sembrerebbe che io abbia manifestato nei casi in cui ho sparato. Io non sono un killer ma sono stato una persona che ha creduto in quell’epoca nelle cose che abbiamo fatto. La mia determinazione era data da un movente ideologico e non da un temperamento feroce, quando credi in una cosa, sei deciso e determinato. A ripensarci oggi provo una sensazione di disagio ma all’epoca era così”.
Ammissione dei quattro omicidi
In quell’interrogatorio Battisti ammette i quattro omicidi per i quali è stato condannato all’ergastolo. Omicidi avvenuti senza appoggi particolari: “Escludo di avere mai avuto rapporti logistici o finanziari da soggetti italiani per favorire la mia latitanza quando ero in Brasile mi fu anche contestato da un giudice che io avrei avuto rapporti con i servizi segreti francesi che mi avrebbero favorito, si tratta di pura fantasia”.
Cesare Battisti aveva chiesto di poter scontare gli arresti domiciliari nel Lazio dove vivono alcuni suoi parenti, ma le toghe di sorveglianza gli hanno detto di no.