Guai in vista per il premier, Giuseppe Conte. L’avvocato e giurista, Carlo Taormina, ha riferito che la procura di Roma ha accolto la sua denuncia per epidemia colposa e omicidio colposo plurimo e ha trasferito gli atti al Tribunale dei Ministri di Roma. La vicenda riguarda la gestione dell’emergenza al tempo della pandemia da covid.
Il fascicolo, inoltre, non riguarda solo il presidente del Consiglio ma anche altri ministri in merito alla gestione dell’emergenza Coronavirus. “Vi volevo dire – scrive su Facebook Taormina – che un uccellino mi ha comunicato che, in accoglimento della mia denunzia per epidemia colposa e omicidio colposo plurimo, la procura di Roma ha trasmesso gli atti al Tribunale dei Ministri di Roma contro Conte e altri ministri. Attendo conferma ma non ce l’ho fatta a non darvi la notizia che nessun organo di stampa e televisivo può avere”.
Già interrogato dal pm di Bergamo, Maria Cristina Rota, per la mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana, Conte è stato spesso criticato per i metodi con i quali ha gestito la crisi sanitaria.
Covid: le responsabilità del Governo e delle Regioni. Di chi la colpa?
Carlo Taormina aveva deciso di sporgere formale denuncia presso la procura della Repubblica di Roma. “Ho presentato una denuncia alla Procura di Roma con la quale sollevavo un interrogativo sulle modalità utilizzate per affrontare il Coronavirus. La mia denunzia è stata supportata da documenti che provenivano dal ministero della Sanità”, aveva dichiarato Taormina.
Tra i gravi errori del governo, secondo l’avvocato, c’è quello di aver tardato a dichiarare lo stato di emergenza. “Ed è stato quello il periodo in cui si sono accatastati i contagi e i morti, soprattutto nelle zone della Lombardia che ben conosciamo”, aveva proseguito. “Nella denunzia avevo fatto specificamente presente anche il problema della mancata istituzione delle zone rosse per Lodi, Nembro e Alzano Lombardo e aree limitrofe. Avevo sollevato questo tema ponendo l’accento su quelle che io ritengo omissioni governative”.
Quando la pandemia finirà, sarà il ministero della Giustizia a dover rafforzare gli uffici per far fronte ai ricorsi
A chiedere conto al premier, e all’esecutivo in generale, anche le famiglie delle vittime di Bergamo. Il 10 giugno scorso sono state consegnate alla procura di Bergamo le prime 50 denunce dei familiari delle vittime del Covid. Il Comitato Noi denunceremo, è determinata nella propria battaglia. “Siamo stanchi e stufi di non avere risposte, vogliamo giustizia ma prima ancora vogliamo verità – ha affermato Fusco – non ci fermeremo finché non avremo accertato perché è successo tutto questo”.
In questa battaglia c’è chi ha perso il padre, chi il marito, il fratello. Luca Fusco, commercialista di Brusaporto, ha perso il papà Antonio l’11 marzo, ricoverato alla Quarenghi di San Pellegrino.