La provocazione arriva dal rappresentante del Comitato spontaneo allevatori e agricoltori Abruzzo (Cospa), Dino Rossi. “Dopo oltre due mesi di proteste il nostro governo ha ritenuto opportuno destinare ben 7 miliardi di euro agli agricoltori ucraini”.
Cospa Abruzzo: “sposteremo le nostre aziende in Ucraina per ottenere fondi dal governo”. E, continua Rossi, “da qui la presa di coscienza del fatto che al governo italiano poco importa delle richieste di allevatori e agricoltori”.
La situazione
L’invasione russa dell’Ucraina ha provocato un aumento drammatico del prezzo del grano sui mercati mondiali, poiché entrambi i paesi sono importanti esportatori di questo cereale. Questa situazione sta influenzando direttamente il costo di beni di consumo primari come pane e pasta. L’Italia, che importa una grande quantità di grano dall’estero, sta risentendo pesantemente di questo aumento dei prezzi. Inoltre, l’abbondante disponibilità di grano ucraino sui mercati europei ha creato tensioni all’interno dell’Unione Europea (UE), con paesi come Polonia e Ungheria che hanno imposto divieti alle importazioni per proteggere i propri agricoltori.
L’Ucraina è un grande produttore anche di mais, olio di girasole e altri prodotti essenziali, e la guerra ha minacciato sia il commercio che i raccolti, portando le Nazioni Unite a negoziare accordi speciali per garantire le esportazioni di grano durante il conflitto. L’UE sta cercando di bilanciare il sostegno all’Ucraina con la necessità di mantenere stabili i prezzi del grano a livello mondiale, temporaneamente eliminando i dazi su alcuni prodotti ucraini e sviluppando piani per aggirare i blocchi russi. Tuttavia, questa strategia sta causando destabilizzazione nei mercati locali dei paesi vicini all’Ucraina, che ora stanno chiedendo all’UE di reintrodurre tariffe e quote per limitare le importazioni e proteggere gli agricoltori locali.
“Sposteremo le nostre aziende in Ucraina”
Dunque, per il Cospa non c’è altra soluzione che “spostare le aziende in Ucraina con la speranza di ottenere attenzioni dai governi trasformando i nostri trattori in carrarmati”.
La situazione delle categorie è drammatica – sottolinea Rossi – in quanto i fondi del Pnrr serviranno a poco se non seguirà una strategia per risollevare l’economia. Tra l’altro, gli agricoltori sono ancora in attesa di ricevere i fondi Pac della Comunità europea con sullo sfondo i costi per la produzione elevati – si pensi al costo del gasolio.