Le misure entrano in vigore da subito e rimangono effettive fino al 3 aprile. Nella lista delle attività indispensabili, ai tempi del coronavirus, ci sono l’agroalimentare, i prodotti farmaceutici, la fornitura di energia elettrica e gas, tutti i trasporti, le attività legali e professionali, quelle finanziarie e assicurative, la pulizia e disinfestazione e, ovviamente, l’assistenza sociale e sanitaria.
Il premier Giuseppe Conte ha firmato domenica sera poco dopo le 19 il testo definitivo del nuovo Decreto con i dettagli sulla serrata delle attività produttive non essenziali. Un testo anticipato nella tarda serata di sabato su Facebook. Le imprese le cui attività sono sospese dovranno completare le attività necessarie per fermarsi entro mercoledì 25 marzo, “compresa la spedizione della merce in giacenza”. Lo stop è valido fino al 3 aprile. Il provvedimento e il relativo allegato con la lista delle attività consentite era pronto per essere diffuso ma, come riferisce la Presidenza, “dopo la comunicazione del Presidente del Consiglio sono arrivate numerosissime richieste da aziende, anche quelle di una certa rilevanza per il sistema Italia, che adducevano varie motivazioni per giustificare la necessità di proseguire nelle proprie attività e invocavano comunque il carattere essenziale delle stesse. Si è ritenuto quindi doveroso verificare con attenzione ogni richiesta”.
Vietato spostarsi dal Comune in cui ci si trova
Il decreto, all’articolo 1, recepisce i contenuti dell’ordinanza emanata domenica da ministero della Salute e dell’Interno: “È fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati dal Comune in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”.
Le attività “essenziali”
Le attività produttive industriali e commerciali, sono tutte sospese ad eccezione di quelle indicate nell’allegato. Si tratta di un’ottantina di attività essenziali, che vanno dall’agroalimentare alla fabbricazione di prodotti farmaceutici. Ci sono poi quelli per l’estrazione di petrolio, la fornitura di energia elettrica e gas. Tutti i trasporti, la fabbricazione di casse funebri, le attività legali e professionali, quelle finanziarie e assicurative, gli studi di architettura e ingegneria. Poi, ancora, la pulizia e disinfestazione, ovviamente l’assistenza sociale e sanitaria. Continuano a operare, inoltre, edicole e tabaccai, oltre ai servizi d’informazione. Continueranno a lavorare anche le attività legate all’idraulica, all’installazione di impianti elettrici, di riscaldamento o di condizionatori e la fabbricazione di forniture mediche e dentistiche.
E, come attività legate ai servizi essenziali, restano attive anche le riparazioni della strumentistica utilizzata nella filiera alimentare, farmaceutica o dei trasporti. Non si fermano il magazzinaggio, il trasporto ferroviario di merci, il trasporto terrestre di passeggeri in aree urbane e suburbane, i taxi e gli Ncc, gli autotrasportatori, il trasporto marittimo e quello aereo.
Aperti call center, veterinari, alberghi
Attive anche la gestione fognaria e quella della raccolta dei rifiuti, ma anche la riparazione di computer e la manutenzione di telefoni e elettrodomestici. Non intaccati i servizi veterinari, i call center e i servizi di vigilanza privata oltre alle attività di pulizia e lavaggio delle aree pubbliche. Nell’ambito della pubblica amministrazione restano “in vita” l’assicurazione sociale obbligatoria, i servizi legati alla difesa e, chiaramente, l’assistenza sanitaria. Esclusi dallo stop infine i servizi di assistenza sociale residenziale e non residenziale, le colf e le baby sitter. Aperti gli alberghi.
Consentita la produzione e consegna di farmaci, mascherine, alimentari
Viene comunque “sempre consentita” l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria e dispositivi medico-chirurgici nonché di prodotti agricoli e alimentari.
Autorizzazione del Prefetto per gli impianti a ciclo continuo, l’aerospazio e la difesa
In più potranno andare avanti anche le attività “funzionali ad assicurare la continuità” delle filiere precedenti, dei servizi di pubblica utilità e dei servizi essenziali. Sì anche all’apertura degli impianti a ciclo produttivo continuo dalla cui interruzione derivi “un grave pregiudizio all’impianto stesso o un pericolo di incidenti”.
Le imprese le cui attività non sono sospese devono rispettare i contenuti del protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del covid-19 sottoscritto il 14 marzo 2020 fra il Governo e le parti sociali.
La lettera degli industriali
Nel pomeriggio di domenica il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha reso noto il contenuto di una lettera inviata a Conte in cui sottolinea “l’esigenza di contemperare la stretta decisa ieri con alcune esigenze prioritarie del mondo produttivo”. “Consentire la prosecuzione di attività non espressamente incluse nella lista e che siano però funzionali alla con tenuità di quelle ritenute essenziali” scrive Boccia. Per Confindustria è necessario anche “far salve tutte quelle attività di natura manutentiva (e le relative produzioni), legate a cicli produttivi e non, finalizzate a mantenere in efficienza macchinari e impianti, in modo da non pregiudicare la capacità degli stessi di poter essere riattivati alla ripresa delle attività; analoga necessità riguarda la prosecuzione delle attività di vigilanza di attività e strutture oggetto del blocco”.
23.03.2020 elenco attività dpcm